Dl sicurezza: Avvocati Bologna, 'rischio deriva repressiva'

Mori (Anm), 'si criminalizzano le manifestazioni di dissenso'

(ANSA) - BOLOGNA, 06 MAG - Nel secondo giorno di sciopero contro il decreto legge sicurezza, gli avvocati bolognesi esprimono il loro disappunto, sia nel merito che nei contenuti del provvedimento, in un convegno dal titolo "Dal ddl sicurezza al dl sicurezza, metodo e merito dell'ultimo prodotto del populismo penale", riempiendo la sala Sbaiz della Fondazione Forense Bolognese. "Solo il decreto sicurezza è peggio del disegno di legge sicurezza, come recita il titolo della nostra manifestazione nazionale di domani a Roma", ricorda a margine del convegno il presidente del consiglio delle Camere Penali italiane e presidente della Camera Penale di Bologna, Nicola Mazzacuva, che parla di un riscontro "assolutamente positivo" fino ad ora per quanto riguarda l'astensione dalle udienze. "C'era in Parlamento un disegno di legge in trattazione, già da lungo tempo, e improvvisamente si è fatto un decreto legge adducendo ragioni di necessità e urgenza che non vengono ravvisate". L'altra ragione della protesta "è la situazione carceraria. E' di ieri la notizia che l'Olanda - sottolinea Mazzacuva - ha rifiutato un estradizione in Italia vista la tragica situazione carceraria del nostro Paese. Questa è una cosa incredibile". Per il presidente dell'Ordine degli avvocati di Bologna, Flavio Peccenini, "è una cosa grave aver trasformato un ddl in un decreto legge. Trasformare qualcosa che si sta discutendo in qualcosa che è già normativa. Come dicevamo quando era ancora un ddl, rischia di portare una deriva repressiva che colpirà i più deboli". Anche Anna Mori, presidente della seconda sezione penale della Corte d'Appello di Bologna, si dice "perplessa, com'è anche perplessa l'Associazione Nazionale Magistrati di cui faccio parte - spiega - per la modalità. Tra l'altro è un decreto legge che ha un contenuto amplissimo e disciplina cose molto diverse, ad esempio la posizione dell'agente provocatore dei servizi segreti e magari poche norme dopo l'occupazione abusiva di terreni o immobili. La sensazione è quella che si vogliano criminalizzare delle forme di manifestazione di dissenso". (ANSA).

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