Desaparecidos, don Reverberi sarà processato in contumacia

E' accusato di crimini contro l'umanità in Argentina

Don Franco Reverberi, sacerdote parmense accusato di crimini contro l'umanità commessi durante la dittatura argentina tra il 1976 e il 1983, verrà processato in contumacia. Dopo lo stop all'estradizione per motivi di salute deciso nel gennaio 2024 dal ministro Carlo Nordio, il Tribunale federale di San Rafael (Mendoza) ha accolto la richiesta della Procura locale di procedere in contumacia. Il religioso 88enne, residente a Sorbolo in provincia di Parma, potrebbe essere interrogato in video conferenza. Il tribunale ha nominato un legale d'ufficio facendo però presente che Reverberi può, in qualunque fase del procedimento, nominare un difensore di sua scelta. I giudici hanno anche chiesto di inviare una lettera al Vescovado di San Rafael affinchè il sacerdote venga informato "tramite i mezzi appropriati". Reverberi era cappellano ausiliare dell'VIII Squadra di esplorazione alpina di San Rafael, a Mendoza, ed è accusato di atti commessi nel Centro di detenzione clandestina noto come 'La Departamental'. Uscì dall'Argentina nel 2011, quando a Mendoza si stava svolgendo il primo processo per crimini contro l'umanità e le testimonianze dei sopravvissuti e dei familiari hanno cominciato a indicare le sue responsabilità. Secondo le associazioni per i diritti umani locali, è coinvolto nell'omicidio, avvenuto nel 1976, di Josè Guillermo Beron, all'epoca ventenne e tuttora desaparecido e responsabile per "aver assistito a numerose torture alle quali erano sottoposti i prigionieri del regime di Videla prima di essere uccisi e fatti scomparire". Così Ignacio A.Sabás, capo della Procura Federale di San Rafael, e Dante M. Vega, capo dell'Ufficio di Assistenza, motivano la richiesta di procedere: "Gli atti attribuiti a Reverberi costituiscono crimini contro l'umanità, imprescrittibili, la cui persecuzione penale costituisce un obbligo inderogabile dello Stato argentino ai sensi del diritto internazionale". Secondo la Procura federale argentina il parroco naturalizzato cittadino italiano "ha deliberatamente evitato di comparire dinanzi alla giustizia nonostante le ripetute richieste internazionali emesse". (ANSA).

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