A Cortona un violoncello del 1707 e i sogni delle star di domani

(di Luciano Fioramonti) (ANSA) - CORTONA, 28 GIU - Il violoncello Stradivari del 1707 usato per la prima esecuzione delle sonate di Brahms e 13 giovanissimi fuoriclasse giunti da tutto il mondo per 'rubare' segreti a star della classica e a insegnanti di istituti internazionali prestigiosi. La vicenda di uno strumento che ha fatto la storia della musica e il percorso di chi sogna di scriverne capitoli importanti nei prossimi anni si sono incrociati a Cortona nei cinque giorni del Nume Academy and Festival, la rassegna di masterclass e concerti pensata per le nuove promesse selezionate fra 320 candidature che si conclude il 29 giugno. Protagonista dell'apertura al Teatro Signorelli è stato il leggendario violinista lettone Gidon Kremer con il pianista Enrico Pace, la violinista Madara Petersone, il violista Ettore Causa e il violoncellista Andreas Brantelid, in musiche di Schubert, Harbison e nel Quintetto per pianoforte ed archi di Alfred Schnittke. Il 27 e 28 giugno altre due serate con Boris Kusnezow (pianoforte), Vlad Stanculeasa e Stella Chen (violino), Tommaso Lonquich (clarinetto) e i giovani dell' Academy. Gran finale domenica con il violoncellista inglese Steven Isserlis ''and friends'' in musiche di Bach, Ravel e Schubert. Titolari delle masterclass sono figure di spicco del panorama internazionale: l' americana Stella Chen, docente di fresca nomina alla Juilliard School di New York; il collega romeno-svedese Vlad Stanculeasa, del Conservatorio Superiore di Barcellona; il napoletano Ettore Causa, da decenni in America, oggi insegnante alla Yale School of Music; e il danese Andreas Brantelid, professore della Sibelius Academy di Helsinki. E' proprio quest' ultimo a suonare il prezioso Stradivari, concesso da un mecenate, sul quale in più di tre secoli hanno messo le mani solo tre musicisti. ''Sono io il terzo - dice all' ANSA -. Il primo fu Friedrich Hegar, grande amico di Brahms. Poi lo strumento arrivò in italia dove è rimasto per 30 anni, dal 1908 al 1938, suonato dal primo violoncello della Scala di Milano. Da allora è rimasto in silenzio per 80 anni . Che effetto fa suonare uno strumento del genere? E' storia della musica''. I 13 giovani prescelti arrivano da Stati Uniti, Corea del Sud, Hong Kong, Spagna, Svezia, Cina, Ungheria, Germania. La più giovane é l' americana Fiona Khuong-Huu, di 17 anni. Unica italiana la violoncellista Caterina Isaia, 22 anni di Messina. ''E' un onore incredibile per me essere qui - dice -.Oltre a Kremer e Isserlis, a ispirarci sono i grandi maestri, hanno un modo di suonare impressionante, è bellissimo confrontarsi con loro ''. Isaia, nata in una famiglia di musicisti, ha cominciato a suonare a nove anni. Dopo gli studi a Bergamo a 14 si è trasferita a Londra per la Yehudi Menhuin School. Da quattro studia a Weimar, in Germania. Tiene già concerti e a luglio uscirà la sua prima incisione discografica. ''La caratteristica di Nume è il livello davvero molto alto degli studenti - dice Natalie Dentini, la direttrice -. In pochi giorni non si cambia un musicista ma qui arrivano ragazzi fenomenali preparati da scuole e istituti di grande valore e già impegnati in attività concertistiche. Accanto a docenti bravissimi e leggende della musica il cambiamento avviene in modo significativo nelle quattro masterclass al mattina e nelle prove dei concerti nel pomeriggio. Qui si rendono conto che tutto è costruito intorno a loro, si aprono e si crea la magia''. Nume è nato nel 2018 da una idea di Natalie Dentini, violinista italiana oggi radicata a Barcellona, Vlad Stanculeasa, Ettore Causa e del violoncellista Antonio Lysy, morto nel febbraio 2024 in memoria del quale da quest' anno si è deciso di aggiungere un tredicesimo studente ai selezionati. ''Il livello qui è davvero fuori dal comune - dice Stella Chen -. Questi giovani saranno davvero i musicisti di punta della prossima generazione. Credo che a fare la differenza sia proprio la loro flessibilità, il talento e la velocità con cui riescono ad accogliere idee completamente estranee. Magari non le faranno proprie subito ma resteranno da qualche parte nella testa o nel cuore per il resto della vita''. (ANSA).
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