Zigoni: «Sono grande tifoso dell’Inter, non ci andai per una promessa»
MEDUNA . L'auditorium del municipio di Meduna era pieno di gente, di entusiasmo, e anche di campioni. Hanno accolto con fragorosi applausi Gianfranco Zigoni e Bruno Pizzul, l’altra sera, nel convegno...

MEDUNA . L'auditorium del municipio di Meduna era pieno di gente, di entusiasmo, e anche di campioni. Hanno accolto con fragorosi applausi Gianfranco Zigoni e Bruno Pizzul, l’altra sera, nel convegno organizzato dalla Pro Loco. Il primo campione di serie A, uomo di parola, originario di Oderzo. Il secondo telecronista di Cormons, amatissimo, un vero e proprio mito della televisione italiana ancora oggi, anzi forse più oggi di ieri perché la sua voce si mescola con la nostalgia di un'Italia che faceva tremare il mondo e vinceva titoli mondiali. In mezzo il moderatore, Giacinto Bevilacqua, giornalista ed editore. Gianfranco Zigoni in platea è stato salutato dal fratello Domenico, allenatore di calcio, che proprio quel giorno compiva 71 anni, poche ore prima di Gianfranco, che il giorno dopo ha spento 73 candeline. Alla platea Zigo-gol, perfettamente in forma dimagrito e di buon umore, ha raccontato al sua ammirazione per l'Ultima cena del Tintoretto, che si trova proprio nella chiesa di Meduna. «Non pensavo che esistesse una tale meraviglia da queste parti. Ma è originale, vero parroco?» ha chiesto scherzando. Tra il pubblico c'è un altro opitergino di quelli di origine protetta, Renato Faloppa anche lui di Oderzo e protagonista immenso del Real Vicenza che ottenne l'argento in campionato. Gianfranco Zigoni ha voluto ricordare un grande personaggio, Bepi Rocco, allenatore di San Giovanni di Motta, scomparso da qualche tempo. Fu Rocco a scoprire Zigoni mentre calciava il pallone scalzo. «Mi disse che dovevo andare al Pordenone – ha raccontato – ma a me Pordenone sembrava New York, era lontano e io volevo giocare con i miei amici». Zigoni ha confessato di non essere un tifoso della vecchia Signora, bensì dell'Inter. Che rifiutò, perché aveva dato la sua parola d'onore. «Ho rinunciato al mio sogno più grande, quello di vestire la casacca nerazzurra, perché avevo dato la mia parola ai tifosi del Verona che sarei rimasto in gialloblù in serie B dopo la clamorosa retrocessione dell'Hellas in B per un tentativo di combine. Rinunciai anche a tanti soldi». Bruno Pizzul ha invece confessato: «Dormo ugualmente la notte anche se non ho urlato campioni del mondo nella mai carriera – ha riferito – mi scoprì Paolo Valenti. Oggi si corre molto di meno, i ragazzi giocano meno, sono meno mobili di un tempo. La telecronaca più brutta è stata quella dell'Heysel. La mia più bella fu Germania Ovest – Inghilterra, la rivincita di Wembley '66, a Leon, a Messico '70. A livello di club ricordo con piacere la finale Uefa '89 tra Stoccarda e Napoli. I tifosi azzurri sono fantastici».
Rosario Padovano
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