Tenta di strangolare il padre e minaccia la madre con un’ascia: condannata a due anni
Una 34enne condannata a due anni per maltrattamenti. La giovane avrebbe anche cercato di strangolare il padre

Era arrivata a minacciare la madre con un’ascia e a colpire la sorella con un coltellino mentre dormiva.
Anni di maltrattamenti nei confronti dei genitori e della sorellina sono costati ad una trentaquattrenne di Vittorio Veneto una condannata a due anni di carcere.
La sentenza di primo grado mette la parola fine, almeno per ora, all’incubo di una famiglia di origine marocchina vittima delle violenze della congiunta.
I fatti contestati all’imputata si collocano tra marzo 2023 e lo stesso mese di quest’anno.
In uno dei numerosi episodi raccolti nel fascicolo degli inquirenti, la donna aveva tentato di strangolare il padre e aveva minacciato la madre con un’ascia da taglialegna.
Le forze dell’ordine sono intervenute in più occasioni nell’abitazione di famiglia per placare gli animi.
Dopo l’ennesima esplosione di violenza, a marzo di quest’anno, il giudice ha emesso nei confronti della trentaquattrenne un divieto di avvicinamento ai famigliari la cui violazione, il mese successivo, le è costata la sostituzione della misura restrittiva con la detenzione in carcere.
In tribunale a Treviso la condanna a due anni di reclusione che la donna potrebbe scontare ai domiciliari nella casa del fidanzato ma il giudice si è riservato in merito a questa richiesta. Quando dava in escandescenza la donna era ubriaca o alterata dalle droghe. Priva di freni inibitori aggrediva i familiari che hanno sopportato le sofferenze fisiche e psicologiche fino a quando la situazione è diventata insostenibile.
Il primo degli episodi denunciati risale a marzo 2023 quando l’imputata sorprese la sorella mentre dormiva ferendola al torace con un coltellino. Appena tre mesi dopo, a seguito dell’ennesimo litigio con i genitori, la donna ha devastato la cucina, rompendo oggetti e i mobili, prima di avventarsi al collo del padre nel tentativo di strangolarlo.
A febbraio dell’anno successivo la donna è arrivata a scagliare addosso alla madre un lampadario, provocandole una contusione alla mano sinistra, per poi spingere violentemente la sorella, intervenuta in difesa del genitore e già bersaglio di minacce con frasi, testuali, come «ti ammazzo, mi avete rotto, non siete la mia vera famiglia», brandendo in un’occasione un’ascia da un’ascia taglialegna.
I carabinieri sono intervenuti nuovamente nell’appartamento, in un condominio fuori dal centro di Vittorio Veneto, per placare la donna che ha preso a testate e colpito con un bicchiere il padre.
La sera del 9 marzo l’episodio che le è costato la misura cautelare di custodia in carcere a Venezia, dove si trova attualmente. La trentaquattrenne è entrata in casa violando la misura restrittiva, ha messo a soqquadro le stanze e poi ha chiesto al padre del denaro.
La sua reazione al rifiuto del genitore di darle i 120 euro richiesti è stata implacabile. Urla, lanci di piatti e infine botte al genitore rincarate da altre minacce rivolte alla sorella più piccola con frasi del tipo: «Appena la prendo l’ammazzo».
Anche in questo caso solo l’ennesimo intervento di una pattuglia seguita da una squadra dei vigili del fuoco.
La donna nel frattempo ha sottratto il cellulare della madre e si è chiusa in camera dove ha appiccato un principio d’incendio. I pompieri sono arrivati in tempo per evitare che le fiamme si propagassero nell’appartamento. Un quadro di violente reiterate per cui la donna dovrà scontare due mesi di pena con l’accusa di maltrattamenti in famiglia.
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