Vittorio Veneto, giù scuola e due alberghi per farci una casa di riposo
Il Comune vende le ex elementari di Fadalto, base d’asta 46 mila euro. Due progetti per ristrutturarle in un plesso unico con gli hotel Poste e Da Mosè

Le vecchie elementari di Vittorio
VITTORIO VENETO. È scattata la corsa alla casa di riposo. Nonostante che l’Usl 2 freni, avvertendo che i piani di zona sono ingessati fino al prossimo anno.
Dunque, a Vittorio Veneto, dopo la proposta del Cesana Malanotti di duecento posti, Villa delle Rose è stata messa a disposizione dalla proprietà per un’analoga iniziativa. E proprio in questi giorni il Comune ha posto in alienazione urgente le scuole elementari di Fadalto (base d’asta fissata a 46 mila euro, fine gara il prossimo 20 dicembre) perché ci sono ben due società che hanno pronti, ciascuna, dei piani di investimento per creare una casa di riposo che comprenda la stessa sede scolastica, l’ex albergo Poste e l’ex albergo Da Mosè.
La posizione è panoramica, c’è un ampio spazio verde, con bosco, e il casello dell’autostrada è a poche centinaia di metri. Anche le due società, però, devono fare la stessa trafila del Cesana Malanotti e corrono il rischio d’impattare con il «no» dell’azienda sanitaria e con quello dei sindaci. A meno che non maturino sorprese, che però farebbero esplodere il vertice del Cesana.
L’ex assessore Bruno Fasan, che abita sul Fadalto, è il primo ad applaudire all’iniziativa, «perché i tre immobili sono da decenni in condizioni precarie; rischiano addirittura di crollare». L’istituto di ricovero porterebbe, dunque, animazione in un borgo in via di spopolamento. Solo che lo stesso Fasan, pur essendo capogruppo della Lega Nord, considera favorevolmente il recupero di Ca’ Mocenigo, proposto dal Cesana, al quale l’immobile è stato donato.
Nella riunione dei sindaci del Comitato Usl, ex distretto di Pieve di Soligo, il sindaco Roberto Tonon cercherà di saperne di più. Intanto ha deciso di procedere, in tutta fretta, alla vendita della sede scolastica sul Fadalto. Si tratta di due corpi di fabbrica, il piano terra adibito ad attività didattica, che comprendevano due aule con relativi accessori e servizi igienici; il primo piano, utilizzato come residenza, constava di due alloggi per gli insegnanti. Allo stato attuale l’intero fabbricato, rimasto inutilizzato per lungo tempo, non è agibile e necessita di interventi anche strutturali. Gli impianti - sia quello elettrico, sia quello idraulico - sono obsoleti e non conformi alle norme vigenti. Il complesso, dunque, dev’essere sottoposto a una radicale ristrutturazione. È probabile che nel contesto di una riqualificazione dell’area come sito per l’assistenza degli anziani l’investitore si porrà la prospettiva di un abbattimento complessivo, anche perché l’albergo “Da Mosè” disponeva soltanto di una quindicina di camere, e il “Poste” di non più di una quarantina. Meglio abbattere e ricostruire, insomma.
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