Villorba, lascia la politica dopo 36 anni

Ivano Breda dice addio al consiglio comunale: «Sette sindaci, il migliore era Callegari. Il peggiore? Lo stile leghista»
Di Federico Cipolla
Allegranzi Villorba Ivano breda candidato sindaco agenzia fotografico foto film
Allegranzi Villorba Ivano breda candidato sindaco agenzia fotografico foto film

VILLORBA. Ha attraversato due epoche, quella dei sindaci nominati dal consiglio e quella dell'elezione diretta. Ne ha visti 7. Ha fatto il consigliere di maggioranza (12 anni) , l'assessore (9 anni, dal ’90 ai servizi sociali, dal ’95 ai lavori pubblici), il membro dell'opposizione (15 anni) e il candidato sindaco (2002 e 2011). Ieri, dopo 36 anni, Ivano Breda si è seduto per l'ultima volta in consiglio comunale. Non si è ricandidato.

Cosa ricorda del suo primo consiglio comunale, anno 1980?

«Era l'inizio dei due mandati del sindaco Luciano Durigon. Ero consigliere della Dc, in maggioranza. In quel periodo iniziavi a frequentare i movimenti giovanili, e poi andavi in consiglio comunale a imparare. Ma mica facevi subito grandi interventi, nei primi consigli comunali non ti potevi permettere granchè. Poi ci sono state alcune settimane di trattative per scegliere il sindaco, c'erano le correnti all'interno del partito, si doveva parlare con tutti. E la Dc voleva dialogare con gli altri partiti».

Com'è cambiata la politica in questi anni?

«Ora c'è molto più personalismo, il sindaco è il padrone del Comune. Con la vecchia legge dovevi coinvolgere tutti. La Dc vinceva ma magari aveva 14/15 consiglieri su 30, dove trattare e dialogare sempre. Oggi questo non succede. Nel 2002 Torresan è caduto per le dimissioni dei consiglieri di maggioranza presentate il 31 dicembre. Liviana Scattolon dopo le elezioni pretese la consegna delle dimissioni in bianco da parte di tutti i consiglieri di maggioranza. Non è così che si garantisce la libera di azione dei consiglieri».

E Villorba com'è cambiata?

«Negli anni '80 e '90 è stata in continua crescita, da tutti i punti di vista. Ora è in degrado. Dal 2001 al 2011 sono stati persi mille posti di lavoro, questo dice molto. Basta guardare in che condizioni è la zona industriale. Si sarebbe dovuto capire prima come intervenire, modificare gli investimenti, prestando più attenzione al lavoro. Evitando scelte sconsiderate nell'urbanistica, come Maber, Mondial e le decine di lottizzazioni. Investendo meglio, non per opere che ora sono lasciate al degrado».

Qual è stato il migliore sindaco e quale il peggiore?

«Con Paolo Callegari mi sono trovato molto bene. Era competente, affrontava i problemi con razionalità, aveva qualche difetto nelle relazioni. Ne ho conosciuti molti di bravi, anche prima che entrassi in consiglio. Ma il rapporto affettivo, mi fa dire Callegari. Il peggiore? Diciamo che non mi è piaciuto lo stile della Lega Nord. Decisionismo a tutti i costi e consiglieri ridotti ad alzare la mano. Non è il mio stile».

Ha un rimpianto?

«Non avere abbandonato un po' prima la politica. Dovevo lasciare 5 o 10 anni fa. La politica è cambiata molto, e non mi sono sentito più a mio agio. Quando non ci sente più bene in un ambiente bisognerebbe avere il coraggio di mollare».

E un'opera pubblica che avrebbe voluto fare ma non ci è riuscito?

«Sicuramente il tunnel della Postumia a Catena. La tangenziale non ha cambiato nulla, la frazione resterà spaccata e senza una piazza. Prima del Duemila i soldi c'erano, bisognava portarla a casa. Chi è venuto dopo ha scelto un intervento diverso solo per farci un dispetto».

Un momento che ricorda con particolare piacere?

«Quando nel 2004 abbiamo organizzato con La Nostra Villorba lo spettacolo “Radici” al Palaverde con Gianantonio Stella e Marco Paolini. Il palazzetto pieno è stata una grande soddisfazione».

Non ha mai aspirato a qualche incarico in una realtà più grande di Villorba?

«Sono stato candidato una volta alle provinciali e alle regionali. Ma ero più interessato a Villorba. Fare l'assessore per 9 anni, tra l'altro senza indennità a quel tempo, richiedeva molto impegno. Si dovrebbe tornare a fare politica senza paga. Se uno entra in Regione, chi glielo fa fare di lasciare ad altri la poltrona con quello che guadagna?».

Cosa direbbe a un giovane che entrerà nella prima volta in consiglio comunale dopo le elezioni?

«Di farlo solo se ha la passione. E di essere disposto a imparare».

Per alcuni, Breda è diventato un signor no?

«Sono chiacchiere, vadano a vedere come voto. Alla Scattolon lo dimostrai con i numeri: erano più le volte che avevo votato a favore delle delibere delle altre. Ma certo non sono uno che sta zitto, se penso che qualcosa non va. E ci mancherebbe».

E' in pensione e lascia il consiglio. Cosa farà ora?

«Intanto il nonno, che è decisamente gratificante. E poi mi piacerebbe trasformare la civica La Nostra Villorba in un'associazione che faccia formazione politica. Ci sto lavorando».

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