«Villa Zeno, ci pensi il ministro Galan»
Il vicepresidente della Regione: «I tesori del Palladio stanno scomparendo»

Marino Zorzato
CESSALTO.
Fra le duecento ville venete che si trovano in pessimo stato di conservazione è stata annoverata anche Villa Zeno al Donegal, opera autentica di Andrea Palladio. Il vicepresidente della Regione Marino Zorzato lancia un appello al ministro dei Beni culturali: «Ora il ministro Giancarlo Galan ci dia una mano. Abbiamo un ministro veneto che si occupa di cultura: sia vicino alla presidente dell'Istituto regionale Giuliana Fontanella». Fra le 239 dimore che l'Istituto regionale della ville venete classifica con la parola «pessime», inerente le condizioni strutturali e di mantenimento, c'è anche villa Zeno a Cessalto, costruita per la famiglia Zeno su disegni commissionati ad Andrea Palladio verso la seconda metà del 1500. Il disegno della villa figura nei Quattro Libri dell'Architettura di Andrea Palladio. «E' un palazzo maestoso a soli due piani - scrisse già nel 1800 il mottense Lepido Rocco - lateralmente ha due eleganti adiacenze, una sala al pianterreno splendidamente ampia e grandiosa e un magnifico atrio nella parte posteriore. Il primo piano è sostenuto tutto da arcate in vivo; peccato che questo palazzo di architettura così sontuosa, abbia subito modificazioni che, se vi furono consigliate dai nuovi bisogni, suonano però quasi irriverenza al genio ed alla fama del sommo Palladio». La villa fu costruita, come gran parte delle ville venete, per consentire ai proprietari la sorveglianza dei terreni agricoli e dei raccolti, ma fu anche luogo di villeggiatura estiva. Palladio stesso descrive il giardino della villa e le pertinenze quali «la colombera». Allora il Donegal apparteneva a Motta di Livenza ed il Donegal che si trova su un'ansa del Piavon collegava direttamente le campagne mottensi alla città di Venezia. Poi la villa divenne magazzino agricolo ma, mentre le adiacenti barchesse sono utilizzate ancor oggi, il corpo centrale della dimora è chiuso. Una fitta boscaglia ne chiude la vista sia dal lato sud-ovest verso il canale Piavon, sia dal lato nord verso la campagna. Non è raro imbattersi in turisti e studiosi che, libretti e guide alla mano, dopo aver trovato la villa nascosta in mezzo ad una splendida campagna cercano di entrare oppure di poter gettare uno sguardo sul monumento: invano. L'alto muro di cinta e la boscaglia impediscono la vista. E pensare che la villa, come tutte le opere del Palladio, è stata dichiarata «patrimonio dell'umanità» dall'Unesco. Sono cinque le ville palladiane in condizioni pessime: sono Villa Labia Martinelli a Cologna Veneta, Villa Rustici Trissino, Villa Cerato a Montecchio villa Contarini Paccagnella e, appunto villa Zeno a Cessalto. Per salvare questo patrimonio dell'Umanità il vicegovernatore Zorzato ha chiesto un intervento concreto al ministro dei Beni Culturali Giancarlo Galan. «Servirebbe un nuovo Rinascimento», ha commentato con amarezza la nuova presidente dell'Istituto regionale ville Venete Giuliana Fontanella.
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