Via tutte le canalette in cemento. Ecco il piano milionario salva-Piave

MONTEBELLUNA
Fatti gli espropri e aggiudicati i lavori, parte il progetto di trasformare l’irrigazione da scorrimento a pioggia, goccia e sottochioma interrando 240 chilometri di condotte ed eliminando le canalette in cemento che costeggiano oggi i campi.
È un intervento da 20 milioni di euro che il Consorzio Piave sta avviando con parte di quei 62 milioni di euro di finanziamenti europei ricevuti tramite la Regione. È uno degli interventi previsti dalla direttiva europea sul deflusso ecologico finalizzata a lasciare più acqua nei fiumi e nel caso specifico nel Piave. Il risparmio di acqua stimato con questo intervento è di 1.400 litri al secondo, quantitativo che rimarrà nel Piave anziché essere dirottato in canali e canalette.
Gli ettari soggetti a questa trasformazione irrigua sono distribuiti in tre aree della Marca Trevigiana: 621 ettari sono distribuiti nei comuni di Montebelluna, Cornuda, Crocetta e Pederobba, altri 439 ettari a Nervesa, Arcade e Povegliano, duemila ettari a Istrana, Quinto, Morgano e Paese. Saranno interrati 27 chilometri di condotte principali e 240 chilometri di condotte secondarie.
Saranno collocati oltre 200 chilometri di tubazioni FITT Bluforce, prodotte dall’azienda di Sandrigo specializzata nella realizzazione di sistemi completi in materiale termoplastico per il passaggio di fluidi. Saranno queste tubazioni a essere utilizzate dalle aziende vincitrici dell’appalto per il progetto di interramento dei canali di irrigazione del Consorzio di Bonifica Piave finalizzato ad aumentare l’efficienza degli impianti e, di conseguenza, la riduzione del prelievo idrico dal fiume. Non ci saranno solo le nuove tubazione, ma verranno anche installati sistemi tecnologici per regolare il nuovo modello di irrigazione, con stazioni di pompaggio.
Una volta terminato tale intervento, previsto per l’autunno 2022, cambierà l’aspetto della campagna trevigiana, perché se rimarranno dei fossati che hanno anche la funzione di ricevere le acque di pioggia, spariranno però quelle canalette rialzate da dove oggi viene prelevata l’acqua per irrigare a scorrimento i campi: saranno infatti tutte dismesse in quelle zone dove sarà adottato il nuovo sistema di irrigazione. E in futuro ci sono parecchi altri ettari di campagna in cui trasformare l’irrigazione: ben 24 mila. Tanto che il Consorzio Piave ha calcolato in 200 milioni di euro la spesa necessaria per trasformare l’irrigazione e creare invasi di pianura nelle cave dismesse per rispondere alla direttiva del deflusso ecologico.
«Per affrontare questa sfida stiamo preparando progetti esecutivi per 62 milioni di euro che poi saranno indispensabili per intercettare finanziamenti per i lavori già dal 2021. Per l’attività di progettazione abbiamo ottenuto finanziamenti per un milione e 152 mila euro dal ministero delle Infrastrutture, integrati con ulteriori risorse proprie del Consorzio per 135 mila euro. Una sfida e una risposta concreta al risparmio e tutela della risorsa idrica per un’irrigazione a basso consumo». —
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso