Valdobbiadene cresce nei social con il gruppo “Imago Duplavilis”

LA CURIOSITà
La fotografia come passione e come strumento di aggregazione e di condivisione. Per “Imago Duplavilis” è tempo di bilanci. A Valdobbiadene, da circa un anno, è nato, prendendo le mosse da facebook e su iniziativa di Pierangelo Brunelli, un gruppo che raccoglie attorno a sé fotografi amatoriali.
Il nome, dall’etimo latino, significa “immagine poetica di Valdobbiadene”. Ed è proprio quanto si propone di fare “Imago Duplavilis” stimolando i suoi membri a cercare, e immortalare, scorci suggestivi e intriganti brandelli di storia, nascosti in fontane e pozzi, portoni e cancellate, cieli limpidi e romantici controluce. Protagonista unica: la città di Valdobbiadene. L’idea: aggregare persone che amano la fotografia e la propria città.
La mission: divertirsi e puntare l’obiettivo su angoli curiosi e bellezze sconosciute ai più, che attendono solo di essere svelate, pubblicate e visitate. Per stare al passo con i tempi, il mezzo divulgativo non poteva che essere social, per la facilità di accesso e per la velocità di divulgazione. Si tratta insomma di un gruppo spontaneo di appassionati che si dilettano, a vari livelli, fotografando la loro terra. Un modo alternativo per condividere un hobby che si trasforma in esperienza multisensoriale e che diventa spunto di confronto e di formazione. In poco tempo le fila del gruppo si sono allargate; attualmente conta circa centocinquanta persone, di ogni età, tenute insieme da piccole sfide, come la “caccia al particolare”, iniziativa partita con la pubblicazione dello scatto di un dettaglio storico, artistico, architettonico o ambientalistico. I membri del gruppo sono chiamati a individuare il dettaglio svelando il suo contesto. Chi indovina per primo ha il diritto di proporre a sua volta, postandolo su fb, un nuovo particolare.
A ciascuno scorcio viene aggiunta una didascalia storica: «L’idea di fondo – stando a Brunelli, fotografo amatoriale - è quella di stimolare l’osservazione del nostro paese con occhi diversi e far conoscere particolari interessanti che abitualmente non notiamo». —
Adriana Rasera
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