Valdobbiadene, cacciata dalla piscina perché porta il velo

Voleva accompagnare i figli in vasca alle piscine di Valdobbiadene. La direzione: «Le regole sono queste, ma le cambiamo. E la invitiamo a tornare»
Allegranzi Valdobbiadene Esterno piscina comunale
Allegranzi Valdobbiadene Esterno piscina comunale

VALDOBBIADENE. Negato l’accesso alle piscine comunali a una signora di origine marocchina perché indossa il velo. Il dirigente delle piscine comunali di Valdobbiadene spiega: «Abbiamo applicato solo il regolamento vigente, non ha nulla a che vedere con la religione, ma cambiamo le regole e la invitiamo a tornare».

L’EPISODIO

Giovedì scorso Fadma, una donna 39enne di origine marocchina residente in un Comune della zona, assieme a due dei tre figli, un ragazzino di 13 anni ed una bambina di 8, si è recata presso le piscine comunali di Valdobbiadene. Al momento di entrare, però, la donna, dal 2000 in Italia e cittadina italiana, è stata fermata. Gli operatori le hanno spiegato che non avrebbe potuto accedere alle piscine in quanto il velo (la donna indossava un hijab, un foulard tipico dell'Islam che copre il capo ma che lascia il volto scoperto integralmente) andrebbe contro il regolamento della struttura. «Non avevo nessuna intenzione di fare il bagno - spiega la donna - volevo solo aspettare e tenere d’occhio i miei figli a bordo piscina, ma ciò mi è stato impedito indicando il velo come il problema«.

«TURBATI I MIEI FIGLI»

«Una situazione spiacevole - continua - penso che ognuno debba essere libero di seguire la propria religione se non infrange alcuna regola. Inoltre la cosa che mi rattrista è che questa vicenda sia avvenuta di fronte ai miei figli che ancora non capiscono certe dinamiche. Sono rimasti turbati dal fatto che la mamma non potesse stare con loro. Il signore alle casse mi ha detto che avrebbe fatto entrare i bambini senza problemi, ma che io avrei dovuto aspettare fuori, così abbiamo deciso di andarcene. Di certo, semmai dovessimo tornare in piscina, ci recheremo altrove». Contattato, Nicola Pozzobon, direttore delle piscine comunali di Valdobbiadene ha voluto dare precisazioni sull’episodio: «Ci tengo a precisare che non si è trattato un veto a fronte a motivi religiosi o di razzismo. Qui abbiamo sempre accettato tutti e continueremo a farlo - dichiara Pozzobon - il regolamento in vigore però impone che chiunque, per accedere alle piscine, a prescindere dalla nazionalità o dalla religione, debba essere in costume».

«CAMBIAMO LE REGOLE»

«Riguardo a quanto accaduto giovedì - continua - era la prima volta che mi trovavo a dover gestire una situazione simile. Ma già poche ore dopo, a seguito di un confronto con lo staff, abbiamo deciso di modificare la norma per il periodo estivo: sarà quindi data la possibilità a tutti gli accompagnatori, anche vestiti, di accedere alla nostra struttura purché indossino le ciabatte. Ho già contattato il marito della donna per spiegargli che quanto successo non si è trattato di un atto discriminatorio, invitando la moglie ed i bambini a tornare».

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