Università, piano B di Fondazione

L’università accorpata all’Appiani, nello spazio un tempo destinato alla Camera di Commercio. Il complesso di San Leonardo e l’ex distretto militare di fronte, liberati dagli studenti, rispettivamente dell’università di Venezia e Padova, che vengono messi sul mercato.
Non è più solo un’idea. Da qualche giorno è diventato il piano «B» con cui Fondazione Cassamarca punta a riorganizzare le attività e gli spazi nel caso in cui Camera non dovesse cedere sul trasferimento all’Appiani, e della causa giudiziaria milionaria seguita al braccio di ferro tra Ca’ Spineda e l’ente di piazza Borsa.
Un autentico paracadute, che Fondazione deve preparare sotto la pressione dell’attuale situazione finanziaria, dominata dal maxidebito con Unicredit (215 milioni). Nell’ipotesi che la Camera non vada all’Appiani - sul punto il presidente Tognana è irremovibile – Fondazione sposterebbe l’università accorpando le due sedi alla cittadella Appiani. E tutto questo al di là del verdetto del tribunale.
Così facendo, razionalizzerebbe spese e risorse per una delle voci più importanti della sua attività territoriale (l’altra sono i teatri), e libererebbe due complessi pregiatissimi per il piano di dismissioni immobiliari. San Leonardo ed ex Distretto Militare, liberi e senza più vincoli, valgono decine e decine di milioni: Fondazione potrebbe far cassa e trovare nuovo «ossigeno».
Questo piano B seppellirebbe il sogno del Quartiere Latino in riva al Sile, tanto caro al presidente De Poli. Sacrificio doloroso, per il numero uno di Ca’ Spineda, ma necessario per garantire futuro alla Fondazione. Il primo a prospettare questa soluzione, quando ancora Fondazione non si trovava in acque così difficoltose come ora, era stato il leghista Marco Serena, consigliere designato dalla Provincia. Ora è fuori, ma dopo anni Serena vede la sua proposta tornare di strettissima attualità.
Intanto, si pensa a un nuovo progetto per l’ex Distretto: dopo la trattativa andata a vuoto con Numeria (per 17 milioni, si era partiti da 35) è possibile ripensarlo, tanto più se domani – senza studenti? – non avrà vincoli se non quello degli spazi tuttora occupati dai militari, il lato di viale Reggimento Italia Libera e il circolo ufficiali lungo il Sile.
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