Una scuola di robotica per i piccoli studenti ricoverati in ospedale a Montebelluna

MONTEBELLUNA. Si impara la robotica in ospedale, grazie a una donazione del comitato dell’Area Verde di Sant’Andrea e alla presenza nel reparto di pediatria della “Scuola dei cerbiatti”, emanazione dell’istituto comprensivo Rita Levi Montalcini che alla scuola in ospedale ha distaccato una maestra che segue i piccoli pazienti ricoverati, dai 6 ai 16 anni.
All’Area Verde di Sant’Andrea hanno raccolto dei fondi nel corso della Festa dell’Immacolata, patrona di Montebelluna, con quelli hanno acquistato e donato alla scuola in ospedale un kit che consentirà la costruzione pratica di modelli motorizzati assemblati con i mattoncini Lego.
«Un vero gesto d’amore da parte di persone che hanno a cuore anche questo aspetto dell’attività ospedaliera – sottolinea Francesco Benazzi, direttore generale dell’Ulss 2 Marca trevigiana – La scuola all’interno degli ospedali, infatti, ha una funzione davvero importante non solo nei confronti dei giovani pazienti, ma anche delle loro famiglie. Complimenti quindi a tutti i protagonisti di questa bella pagina di solidarietà».
Ad occuparsi della Scuola dei cerbiatti è la maestra Carla Dalla Longa, ormai una istituzione all’interno del San Valentino.
«Il kit donato dal comitato – spiega – permetterà che gli studenti vengano motivati allo studio della robotica e all’acquisizione di una mentalità scientifica. Questo li porta a interrogarsi sistematicamente sulla realtà, osservandone i fenomeni, facendo ipotesi e creando delle soluzioni concrete a problemi ispirati alla vita reale. Tali soluzioni possono poi essere documentate direttamente sul software e quindi condivise con l’insegnante, con la classe o con un gruppo più ampio anche di alunni di altre scuole in ospedale».
Uno degli scopi della scuola in ospedale è mantenere anche i contatti tra i ragazzi ricoverati e le loro scuole di origine, con un insegnamento ovviamente personalizzato.
«Da anni a Montebelluna esiste la scuola in ospedale per consentire il diritto all’istruzione – aggiunge la maestra Dalla Longa – Il servizio è parte integrante del protocollo terapeutico e costituisce una grande opportunità sia sul piano personale che sul piano relazionale, in quanto sostiene l’autostima e la motivazione dei giovani pazienti. L’intervento dei docenti delle scuole ospedaliere si esplica attraverso una serie di azioni che vanno dall’accoglienza dell’alunno alla personalizzazione e diversificazione degli interventi educativi, al raccordo con la scuola di provenienza, al coinvolgimento della famiglia».
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