Un “sicario” contro il solarium

Molotov per punire l’ex dipendente: in due vanno a processo

La sua ex dipendente si è messa in affari contro di lui, aprendo un centro estetico in proprio, e allora lui ha pensato bene di punirla: ha assoldato un “sicario” per farle incendiare il locale. Una vicenda incredibile, che porta a processo il titolare di un centro estetico, Tommaso Martignago, e il presunto sicario, l’albanese Lok Muca. I due sono accusati in concorso di minacce e di tentato danneggiamento seguito da incendio.

Tutto nasce da una trattativa finita male: è quella tra Martignago e una sua dipendente, M.M., che sembrava intenzionata a rilevare il solarium in cui lavorava, il “Sun Emerald” in viale IV Novembre. Alla fine l’accordo salta, e la ragazza decide di mettersi in proprio: apre un centro estetico tutto suo, sempre nella stessa zona.

L’ex datore di lavoro non la prende affatto bene. Decisamente no. Secondo la ricostruzione fatta dalla Procura, Martignago avrebbe promesso diecimila euro a un “sicario” albanese, Muca, per dar fuoco al locale della sua ex dipendente, ora concorrente. L’albanese va e colpisce, però “a salve”: la sera del 31 dicembre del 2012, infatti, piazza due bottiglie incendiarie davanti la vetrina del solarium. Non le innesca, però. Qualche giorno dopo, si ripresenta lì e incontra la proprietaria. Le racconta della promessa di denaro da parte del suo ex datore di lavoro per quella spedizione punitiva. Non si capisce perché non abbia innescato le molotov: forse perché non aveva ricevuto i soldi da Martignago. Fatto sta che la vittima designata di quell’attacco sporge denuncia: dopo le indagini, per i due arriva il processo.

Muca è al momento irreperibile. Il suo legale, l’avvocato Stefania Bertoldi, punta alla non punibilità dell’uomo in quanto ha desistito volontariamente dall’appiccare il fuoco. Prossima udienza a ottobre.

Fabio Poloni

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso