Un ordine dagli Emirati Ca’ Plast scopre la truffa

SAN POLO DI PIAVE Tentata truffa internazionale ai danni della Ca’ Plast srl di Mauro Fresch, azienda situata in via degli Alpini a San Polo di Piave, che produce accessori per l’abbigliamento e per...
Di Alessandro Viezzer

SAN POLO DI PIAVE

Tentata truffa internazionale ai danni della Ca’ Plast srl di Mauro Fresch, azienda situata in via degli Alpini a San Polo di Piave, che produce accessori per l’abbigliamento e per le calzature, che doveva spedire merce agli Emirati Arabi. L’azienda ha fortunatamente bloccato la spedizione della merce - che aveva un valore di circa 19 mila euro - pagata con assegno risultato scoperto, arrivato in Italia dalla Francia, ma emesso da una banca irlandese di Dublino. Ora la Ca’ Plast ha segnalato la truffa alle forze dell’ordine, che stanno indagando su quanto avvenuto. «Siamo rimasti vittime di una truffa internazionale – spiega l’imprenditore Mauro Fresch - Eravamo stati contattati via mail da una multinazionale degli Emirati Arabi per un’offerta sui nostri prodotti: abbiamo inviato un preventivo specificando il pagamento anticipato. Dopo circa 20 giorni ci è stato confermato l’ordine con quantità doppia rispetto alla richiesta iniziale e abbiamo inviato fattura proforma per il bonifico: circa 19.000 euro e ci è stata rispedita copia approvata della proforma. Nel frattempo abbiamo provveduto all’acquisto degli articoli richiesti, non prodotti direttamente da noi, per un valore di 12.000 euro più Iva. Abbiamo organizzato il trasporto via mare con i containers, quando ci hanno assicurato che il pagamento sarebbe arrivato entro 48 ore. Ma invece del bonifico abbiamo ricevuto un “assegno” di 120.900 euro, emesso da una banca di Dublino. Dopo la nostra comunicazione dell’importo sbagliato dell’assegno, ci è stato chiesto di versarlo in banca e rimborsare con bonifico la differenza lo stesso giorno. In sostanza dovevamo inviare la merce per 19 mila euro ad Abu Dhabi e pure il bonifico di 101.900 euro per stornare parte dell’assegno sbagliato. A questo punto - sottolinea Mauro Fresch - abbiamo avuto la sensazione che fosse una truffa. Ci siamo informati su chi fosse la ditta che aveva emesso l’assegno, scoprendo che era una fantomatica associazione irlandese. Abbiamo avuto conferma della truffa e la banca irlandese ci ha risposto di buttare l’assegno».

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