Ulss 2, sospesi 21 medici e 34 infermieri I primi “pentiti” corrono a vaccinarsi

Raffica di provvedimenti in provincia di Treviso, colpiti soprattutto dipendenti di Rsa. Lunedì tocca agli addetti dell’ospedale
Andrea De Polo
ZAGO . AG.FOTOFILM . TREVISO . CA' FONCELLO PRIMI VACCINATI AL COVID19
ZAGO . AG.FOTOFILM . TREVISO . CA' FONCELLO PRIMI VACCINATI AL COVID19

treviso

Lo tsunami di sospensioni nell’Ulss 2 coinvolge ora 55 professionisti della sanità: 21 medici e 34 infermieri. Sospensioni dal lavoro - tutti a casa da subito senza stipendio - e dall’ordine professionale di appartenenza finché non decideranno di vaccinarsi. Qualcuno ci ha già ripensato, e alla Pec ricevuta dall’Ulss, in cui si comunica la cessazione della collaborazione, ha risposto allegando copia della prenotazione del vaccino appena effettuata. Lo scontro è dunque aperto, e dopo tante parole, lettere, ultimatum, confronti, l’azienda sanitaria è passata alle vie di fatto. I professionisti sospesi non sono, in questa fase, dipendenti dell’Ulss, si tratta pertanto di addetti delle case di riposo (infermieri) e medici in libera professione. Lunedì, invece, scade l’ultimatum al personale dell’Ulss 2, cui era stato concesso qualche giorno in più per mettersi in regola con la vaccinazione anti Covid.

le cifre

L’Ordine delle professioni infermieristiche aveva annunciato le prime 14 sospensioni giovedì pomeriggio: si trattava di tre operatori trevigiani impiegati nell’Ulss 4 di San Donà, e di undici attivi nelle case di riposo della provincia di Treviso. Chi delibera le sospensioni non è l’Ordine ma l’azienda sanitaria di residenza del lavoratore, all’Ordine non resta che recepirle e sospendere l’iscrizione all’albo. Ieri una nuova “infornata” di sospensioni: l’Ulss ne ha comunicate altre venti alla presidente dell’Ordine degli infermieri, Samanta Grossi. E poi ci sono i medici. Il presidente dell’Ordine, Luigino Guarini, aveva genericamente parlato di «decine» di camici bianchi sospesi, ieri l’azienda sanitaria ha confermato che si tratta di 21 medici. Altri provvedimenti simili arriveranno a stretto giro: chi non si vaccina rimane a casa da subito, senza stipendio, finché non si mette in regola con la profilassi.

le motivazioni

I primi 55 addetti sospesi sarebbero lo “zoccolo duro” del fronte No vax dei professionisti della sanità. La decisione arriva dopo mesi di tentativi di convincimento: la campagna di profilassi per il personale sanitario è iniziata a dicembre 2020, le prime sospensioni sono arrivate due giorni fa, agosto 2021. «In questa fase si tratta di persone che in questo periodo di tempo non ci hanno nemmeno risposto» commenta il direttore generale dell’Ulss 2, Francesco Benazzi, «ci hanno semplicemente scritto “io non mi voglio vaccinare” e basta». Come detto, si tratta di operatori delle case di riposo o liberi professionisti. «Ai nostri dipendenti abbiamo dato tempo fino a lunedì per vaccinarsi» continua Benazzi, «delle 186 lettere che abbiamo pronte, i dipendenti dell’azienda sanitaria sono circa il 40%. Per ora non ci sono problemi di organizzazione dei servizi dopo che saranno lasciati a casa, vedremo da lunedì se e come bisognerà intervenire». Lo tsunami stavolta è partito e non ci saranno altri ultimatum né trattative a frenarlo.—



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