Tribunale civile senza 5 giudici Fabbro: «Una situazione critica»

Tre mancano e due usciranno, altri a mezzo servizio. Circolare del presidente, che riorganizza il lavoro

Se il penale affanna, il tribunale civile di Treviso non naviga in acque migliori. Pochi giorni fa la comunicazione interna con cui il presidente Antonello Fabbro annunciava una riorganizzazione di funzioni e oneri per una sfilza di assenze dei giudici tra distacchi, congedi, aggiornamenti, uscite in genere. Una «situazione critica», ammette lo stesso Fabbro, che anima anche il mondo dei legali, impantanati nei tempi di una giustizia in crisi cronica di personale.

urgenze

Oggi delle tre sezioni del civile, sono una è a pieno regime: la terza. La seconda manca di due giudici e la prima di qui a qualche mese sarà a meno tre giudici su otto. Di qui la circolare interna con la quale Fabbro ha dovuto riorganizzare tutto il lavoro delle aule e degli uffici imponendo di rivedere tutta l’agenda anche alle centinaia di avvocati collegati alle cause gestite dalla sezione. Un giudice è infatti applicato a Bologna da tempo, e lo sarà ancora per molto; uno deve fare formazione e per questo deve ridurre il carico di lavoro del 30%; un altro ha chiesto un periodo di congedo; un terzo subentrerà al penale per l’uscita del giudice Biagetti. Tegole su un equilibrio già al limite, che si trova a anche a gestire il complesso lascito giudiziario in tema di famiglia dell’ex presidente Gatto, come pure le cause un tempo gestite dal giudice Valeria Castagna e datate anche 2014. Già così è tanto, ma se si aggiunge che a breve verrà meno anche un giudice (su quattro) del tribunale del lavoro...

i numeri

A rendere l’idea della situazione in cui versa il tribunale di Treviso bastano pochi numeri: i giudici dovrebbero essere 40, ce ne sono circa due tersi; il personale amministrativo dovrebbe contare su 120 persone, ce ne sono poco più di novanta. I rincalzi arriveranno a breve sia per il civile (un giudice di prima nomina previsto a novembre, e un altro a breve per la seconda sezione civile) che per il penale (un nuovo magistrato), ma non bastano. Il sistema resta limitato nonostante gli sforzi, un po’ come la sola auto di servizio al Palazzo di Giustizia, vecchia oltre tredici anni e ormai “passata” tra via vai nelle carceri e alle riunioni delle commissioni. Investimenti? Pochi, «e basta vedere quali sono anche le condizioni del palazzo per capirlo» ammette il presidente del Tribunale Fabbro, «tra infiltrazioni e manutenzioni assenti». Prima se ne occupava il Comune, adesso è tornato tutto sotto l’egida, il portafogli e la burocrazia del Ministero con il conseguente dilungarsi della procedura.

«in perenne affanno»

«Sono a Treviso da vent’anni», dice Fabbro, «e posso tranquillamente affermare che da dieci anni a questa parte si lavora in perenne stato di emergenza con quattro o cinque posizioni mancanti solo sul fronte delle toghe... una condizione cronica, più che fisiologica», ammette sottolineando che «se già così, oggi, stiamo riuscendo a recuperare lavoro passato, un domani con tutti gli uffici a pieno regime riusciremmo a recuperare tutto l’arretrato nel giro di tre, massimo 4 anni». Altro che prescrizione? «Se la macchina della giustizia avesse tutti i meccanismi al suo posti le cose procederebbero ben spedite, in linea con le necessità delle persone e delle imprese».

Gli avvocati

Intanto, l’ennesimo inciampo nei procedimenti civili, ha alimentato il malcontento di vari legali. «Una giustizia lenta, vittima dei rinvii organizzativi e dell’assenza di personale» ripetono molti, «mette a rischio anche l’attività professionale che inevitabilmente rallenta».

Federico de Wolanski

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