Treviso, scuole private senza maestre d’asilo: «Una su tre è passata agli istituti statali»

In 300 hanno lasciato le paritarie per entrare in ruolo in una struttura pubblica. Fism Treviso: colpa anche del numero chiuso
24/05/2007 PRESENTAZIONE DELLA MINISERIE TV MARIA MONTESSORI UNA VITA PER I BAMBINI NELLA FOTO PAOLA CORTELLESI NELLA SCUOLA ELEMENTARE MONTESSORI
24/05/2007 PRESENTAZIONE DELLA MINISERIE TV MARIA MONTESSORI UNA VITA PER I BAMBINI NELLA FOTO PAOLA CORTELLESI NELLA SCUOLA ELEMENTARE MONTESSORI

TREVISO. Una maestra d’asilo su tre “rubata” dalle scuole dell’infanzia statali a quelle paritarie per effetto del boom delle immissioni in ruolo messo in circolo dalla Legge 107, la “Buona scuola”. Tanto che nelle 217 scuole dell’infanzia paritarie presenti nella Marca - con mille maestre al lavoro in cattedra - quasi 300 hanno salutato per sempre la scuola paritaria per entrare di ruolo con un contratto a tempo indeterminato negli asili statali. Il risultato? Un balletto continuo di maestre. Messo in moto ad anno scolastico bello che iniziato. Con le scuole costrette a reclutare, in corsa e con gli alunni già in classe, i nuovi docenti per rimediare al “maltolto”.

«Stiamo pagando ora lo scotto della necessità della scuola statale di eliminare le sacche di precariato degli insegnanti», mette in evidenza Francis Contessotto, presidente provinciale della Fism di Treviso, la Federazione italiana scuole materne paritarie, «Con la legge la Buona scuola lo Stato ha posto rimedio. E c’è stata così un’accelerazione nell’assegnazione delle cattedre di ruolo rispetto agli anni scorsi. Nella prospettiva di un posto statale molti insegnanti hanno lasciato il lavoro alla scuola paritaria». Tirate le somme, dall’inizio del nuovo anno di scuola in provincia di Treviso se ne sono passate dalla paritaria alla statale una media di due, tre maestre in circa la metà degli asili Fism. Un “esodo” in parte previsto, sapendo che l’anno scorso dalle scuole dell’infanzia e primarie statali in Veneto è andato in pensione un esercito di 680 insegnanti. Ma che ha colto di sorpresa quanto ai tempi delle assunzioni da parte della scuola statale, avvenute in gran parte con la campanella dell’inizio dell’anno scolastico già suonata: «Almeno la metà delle scuole nelle prime settimane di scuola ha dovuto cercare i nuovi insegnanti – mette in evidenza Contessotto – Ed è come dover aggiustare un treno in corsa. La scelta delle maestre non può essere fatta a cuor leggero. E farlo quando la scuola è già iniziata crea maggiori preoccupazioni».

Una “giostra”, quella del passaggio delle maestre d’asilo dalla scuola paritaria alla statale che sembra ormai andare avanti a passo spedito da qualche anno. Tanto che nell’anno scolastico 2017-18, dagli asili del Veneto un centinaio di docenti coordinatrici sono passate di ruolo alla statale: «Si è trattato per lo più delle insegnanti più esperte e qualificate con una formazione universitaria», spiega Stefano Cecchin, presidente della Fism del Veneto, «Per le quali la Fism ha investito nella formazione. Se alla Ferrari portassero via i propri capi squadra forse la Ferrari alzerebbe la voce. Il fenomeno ormai va avanti da due anni e pesa non poco sulle spalle della scuola paritaria». Le difficoltà maggiori spiegano i vertici della Fism stanno nella difficoltà di trovare insegnanti con i titoli necessari: «Quando le scuole non trovano docenti abilitati devono assumere con un contratto in deroga», puntualizza Cecchin.

A remare contro c’è pure il numero “risicato” di posti messi in conto ogni anno dalle facoltà di Scienze delle formazione primaria in Veneto (Università di Padova e Verona) per formare i nuovi insegnanti. Facoltà a numero chiuso. Con 200 posti a Padova e 100 a Verona ad ogni anno accademico: «Trecento posti per le scuole del Veneto non possono bastare», chiosa Cecchin, «Visto che il 65% delle sezioni delle scuole dell’infanzia in Veneto è in capo alla scuola paritaria. E solo il 35% alla statale».

Intanto sul fronte dei contributi attesi dal Ministero (saldo anno scolastico 2017/18 e anticipo 2018/19) l’erogazione è prevista prima della fine dell’anno. In provincia di Treviso le scuole Fism attendono un milione e 706 mila euro di contributi (7.865 euro a scuola). A cui si sommano 10.053 euro a sezione che moltiplicate per le 700 sezioni in provincia di Treviso si raggiungono i 7 milioni di euro.
 

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