Treviso: "Scoperto il corvo dei vigili". Un agente della polizia locale nel mirino

TREVISO. Un agente della polizia locale nel mirino del Comune con l’accusa di essere il corvo dei vigili urbani, ovvero l’autore delle lettere anonime che nel tempo hanno denunciato problemi, puntato il dito su colleghi e screditato ex comandanti. Dopo anni di caccia a vuoto, adesso l’amministrazione ha puntato il dito: nel mirino ha messo uno dei vigili, in forza al comando. Un’accusa pesante, che ha portato a inizio dello scorso dicembre all’avvio di un procedimento interno spigoloso, anche perché la tracce sarebbero poche.
nel mirino
Pare che a portare il mirino del Comune e del comando sull’agente sia stato l’ultima grana scoppiata all’interno della caserma di via Castello d’Amore, ovvero il presunto pestaggio di uno straniero fermato dalla locale durante un controllo. Una vicenda finita nelle aule di tribunale con 4 vigili sotto accusa, poi tutti scagionati.
Durante le indagini, portate avanti dai carabinieri, pare che si sia aperto un varco per individuare il possibile corvo. Di lì, dopo ulteriori accertamenti, l’accusa esplicita che però non è passata per una denuncia formale e ha continuato a seguire un percorso interno salvo diventare inevitabile oggetto di chiacchiera nei corridoi, e non solo della caserma di via Castello d’Amore.
L’amministrazione non ha attivato provvedimenti per diffamazione o richieste danni, e la vicenda non è mai transitata ufficialmente negli atti della giunta come avevano fatto in passato altri guai legati a contenziosi con i dipendenti. La ragione? Forse le prove. Dopo anni di cacce a vuoto oggi pare siano ancora poche, non certo sufficienti a imputare all’agente la responsabilità di tutte le lettere anonime circolate nel comando. E questo sarebbe un punto cruciale di tutta la vicenda.
l’ultima lettera
A scatenare l’ultima battuta di caccia è stata la lettera piovuta a fine estate 2019 sul tavolo del comandante Andrea Gallo che, come tutti i suoi predecessori, ha avuto così il “battesimo del corvo”. Nella lettera anonima riferimenti al rapporto tra due agenti, uomo e donna, uno dei quali a detta dell’autore sarebbe stato oggetto di abusi da parte di un altro, traducibili in un pressante stalking per ragioni sentimentali. La vicenda venne messa presto a tacere, ma non ha lasciato indifferente il Comando, che ha deciso di rilanciare la caccia, forte anche di quella pista aperta dai carabinieri mesi prima.

i precedenti
L’ex comandante Maurizio Tondato nel suo biennio al comando sosteneva di averlo zittito, ma non è stato esente da missive. Il comando ne aveva incassata anche una prima del suo arrivo, e prendeva di mira l’ex comandante Manfredonia e il vice Mazzon. Un’altra aveva preso di mira un altro collega per la vicenda delle microspie (da cui è stato assolto), e altre pesarono anche sulla testa dell’ex comandante Federico Franzoso, sei anni fa. E altre ne arrivarono nel 2010. —
Federico de Wolanski
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