Tutti i costi del nuovo ospedale di Treviso: dal maxi canone annuale ai ritardi dei cantieri
Benazzi: «Annualità fissa, come previsto da contratto: non sarà oggetto di revisione»

Confermato il canone di 81 milioni di euro per il 2025 che l’Ulss 2 pagherà per la Cittadella della salute.
La rata di quest’anno è la numero nove e si proseguirà fino al 2036 con gli altri importi dovuti.
Denaro che l’azienda sanitaria verserà alla società Ospedal Grando, la Spa controllata dagli australiani di Lendlease, uno dei più grandi gruppi immobiliari mondiali, insieme a Servizi Italia. È il meccanismo del progetto di finanza, attraverso il quale è stato realizzato il nuovo ospedale di Treviso.
A tanto ammonta quindi il pagamento del canone annuale che l’Ulss di Marca si è impegnata a versare al privato, in cambio della costruzione della Cittadella e della fornitura di una vasta gamma di servizi, per un periodo ventennale.
Ma il canone non è l’unico costo per l’opera, a questo si aggiungono 50 milioni di euro, a causa delle spese legate all’aumento dell’energia e delle materie prime adoperate in fase di costruzione.
Una partita sulla quale l’azienda ospedaliera ha deciso di mettere mano, costituendo un collegio tecnico per valutare il ridimensionamento degli oneri per la prima tranche dell’opera. Non da ultimo, il direttore generale dell’Ulss, Francesco Benazzi, ha quantificato un ulteriore esborso di 4 milioni di euro a causa delle spese energetiche e di pulizia, legate ai ritardi del cantiere e alle lungaggini per i collaudi.
L’azienda sanitaria studia il margine di manovra per chiedere alle ditte del project financing un “ritocco” ai costi.
«Il canone da 81 milioni di euro è fisso, come previsto da contratto, e quindi non sarà oggetto di revisione. Resterà tale per gli anni che mancano» fa sapere il dg. Ma il ragionamento viene esteso anche alle altre voci di spesa.
«Abbiamo dovuto affrontare dei rincari, per un valore di 4 milioni di euro, legati ai ritardi nelle lavorazioni e alle difficoltà di attivazione di alcuni dei nuovi reparti, imputabili anche al project financing oltreché alla carenza di personale» fa sapere il manager. Il ritardo in fase di collaudo e il posticipo del trasloco hanno inciso sulle tasche dell’Ulss di Marca.
«Le cose andavano fatte a regola d’arte e quindi i tempi si sono allungati, abbiamo dovuto tenere aperti più reparti in contemporanea e questo ha comportato una maggiorazione delle cifre per la pulizia e le utenze» prosegue Benazzi «i 4 milioni di euro ma ci consentiranno di ragionare con la controparte sulle migliorie che dovrebbero essere fatte per il futuro».
Otto le tipologie di servizi per i quali l’Ulss 2 paga il canone fisso: si va dagli interventi di sanificazione ai servizi di lavanolo e sterilizzazione, passando per la ristorazione, le manutenzioni degli apparecchi medicali e quelle per le opere edili e gli impianti, ma anche i servizi energetici.
A queste voci, si aggiunge anche il versamento di un canone per le forniture di apparecchiature medicali e per gli arredi.
Se guardiamo all’intero periodo della concessione, l’Ulss 2 sborserà una cifra vicina al miliardo di euro in cambio dei servizi esternalizzati alla società finanziaria che ha realizzato l’opera ospedaliera.
Come ha più volte evidenziato Benazzi: «Al netto delle spese per l’erogazione dei servizi e il pagamento di bollette e interventi di manutenzione, il guadagno della ditta del project va dall’11% al 15% del canone. Complessivamente oltre 850 milioni di euro, poi bisogna considerare le rivalutazioni dei prezzi in base all’Istat. Tutto come previsto nell’accordo iniziale». —
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