Treviso, nudo ai Buranelli per il tuffo in Cagnan: lettera al sindaco per chiedere scusa

TREVISO. «Per un gesto compiuto in un momento di ingenua euforia mi trovo sulle spalle non solo un’accusa di grande impegno morale come “atti osceni in luogo pubblico”, bensì una multa di 10. 000 euro cui far fronte, essendo studente, con enorme difficoltà». S. E. , 23 anni, è il ragazzo di Silea che il primo settembre scorso si tuffò nudo nelle acque del canale Buranelli per festeggiare la fine degli esami all’università e che, per quel gesto ripreso da un telefonino di passaggio, si è visto recapitare la maxi sanzione. Ora il ventitreenne, ha scritto una lunga lettera al sindaco Mario Conte, nella quale si scusa con i trevigiani. Ma spiega anche come gli sia impossibile pagare una somma di tale entità.
Scrive il giovane, rappresentato dall’avvocato Fabio Capraro che «nemmeno tra le ultime delle mie intenzioni c’era quella di offendere la città di Treviso e tanto meno i suoi abitanti... Quella sera, che sanciva la fine degli esami di un percorso durato cinque anni, mi sono lasciato prendere la mano nell’accettare una sfida che in un momento si è trovato sulla bilancia con il mio orgoglio; il nudismo fu una consapevole quanto stupida scelta finalizzata a non rimanere con l’intimo bagnato per il resto della serata». Una bravata irresistibile che gli è costata cara dato che la Polizia locale è poi riuscita a identificarlo grazie agli occhi elettronici delle videocamere e alle testimonianze di alcuni commercianti della zona. Tre settimane dopo l’accaduto, l’amministrazione diffuse una foto del gruppetto che quella sera finì la serata applaudendo il bagno dell’amico e lanciò un appello al tuffatore nudo invitando l’interessato a presentarsi. In cambio Ca’Sugana promise in cambio un po’di magnanimità nella sanzione. L’appello rimase inascoltato e il comando di Polizia identificò il gruppetto facendo scattare una denuncia e due sanzioni. «La sensazione», aggiunge il ragazzo, che ha già pagato i 164 euro di violazione del regolamento comunale, «è che ci sia stato uno spietato accanimento verso un imbecille che pagherà già da sè le conseguenze del suo gesto viste le precarie condizioni sanitarie in cui si è addentrato e che soprattutto non ha fatto del male a nessuno, ne ha intaccato la bellezza architettonica della città in cui è fortunato ad esser nato».
E quindi arriva l’appello ai trevigiani e al sindaco Conte, quantomeno a rivedere l’entità della sanzione. «È giusto che io paghi le conseguenze delle mie azioni», sottolinea il ventitreenne, ma queste stesse azioni, indecorose quanto innocenti nelle intenzione, non hanno offeso nessuno: era notte inoltrata e la frequentazione di quell’area a quell’ora era minima (non passò nessuno in tutto l’arco del tempo in cui rimanemmo sotto i portici); mi sono tolto gli indumenti solamente per immergermi nelle acque del Cagnan e mi sono rivestito una volta asciugato, non ho certo fatto l’Adamo con i cittadini di Treviso». Il ragazzo sottolinea poi come non sarebbe successo nulla se non fossero state fatte delle riprese video poi circolate in rete. Da qui «ritengo che accusarmi di “atti osceni in luogo pubblico” sia eccessivo e che per un gesto compiuto in un momento di ingenua euforia mi trovo sulle spalle non solo un’accusa di grande impegno morale come “atti osceni in luogo pubblico”, bensì una multa di 10. 000 euro cui far fronte, essendo studente, con enorme difficoltà».
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