Treviso, Nardin chiede l’affidamento in prova

TREVISO. L’imprenditore Tiziano Nardin, l’ex presidente del Treviso Calcio che si trova recluso nel carcere di Santa Bona da mercoledì, ha già depositato la richiesta di affidamento in prova attraverso il suo legale, l’avvocato Luigi Fadalti. Ora sarà il magistrato di sorveglianza a prendere in esame la questione e a decidere di una sua eventuale scarcerazione. Intanto ha iniziato a scontare la pena di un anno e otto mesi per una vicenda di false fatturazioni risalente al 2010. La condanna era passata in giudicato lo scorso 5 febbraio nel pieno delle trattative per la gestione dello stadio Tenni tra lo stesso Nardin e il Comune.
L’episodio che l’ha fatto finire a Santa Bona risale a un controllo fatto dalla Guardia di Finanza «quando facevamo installazioni di impianti fotovoltaici per conto della Secur Control. Ci hanno fatto delle contestazioni e noi ci siamo opposti», aveva spiegato l’imprenditore di Silea.
Nel marzo scorso era invece arrivato lo sfratto esecutivo per la sua azienda. L’ufficiale giudiziario si era presentato per l’ultimo sopralluogo al capannone di via Tiepolo 115 a Silea, assieme ai proprietari dell’immobile, i rappresentanti legali della Brandolin geom. Francesco snc di Treviso. E aveva formalizzato con il verbale di rito la riconsegna del capannone ai proprietari con tanto di sigilli. Da quanto è emerso, la società di Nardin era morosa, e non pagava l'affitto da oltre 3 anni, sin da fine 2013. Lì aveva posto la sede della sua Sun Trades, la società attiva nel settore dell'energia solare e dei pannelli.
L’8 luglio 2016 è il giorno del passaggio di proprietà dell’ACD Treviso da Paolo Pini a Nardin che si presentò sbandierando un faraonico progetto quinquennale da mezzo milione di euro, ristrutturazione del Tenni, terzo spogliatoio, club house, impianto fotovoltaico etc. Persino il gemellaggio col Real Madrid. Squadra pronta per andare in D ed oltre, amichevoli promesse con Empoli, Bologna, Roma, l'Albania di De Biasi. Lo scorso 5 dicembre Nardin viene anche aggredito e pestato a sangue sotto casa a Silea da un gruppo di persone, episodio oscuro, responsabili mai catturati.
E Ofelio Michielan non lo chiama nemmeno per nome, tanto sono stati tesi i rapporti. L’assessore allo Sport, per mesi ha dovuto intrattenere dei rapporti con Tiziano Nardin. «Ho avuto contrasti pesanti con questo signore», spiega Michielan, «tanto che gli inibii di passare nel mio ufficio. Alla luce di quanto successo penso però alla sofferenza dei familiari, che, a prescindere da tutto, hanno visto il loro papà e marito entrare in carcere. Spero per loro che lui risolva i suoi problemi, noi intanto stiamo cercando di rilanciare il Treviso, collaborando con la nuova gestione».
Tra l’altro Nardin a marzo, dopo essersi dimesso da presidente dell’Acd Treviso, aveva annunciato di aver preparato una causa contro Ca’ Sugana, rea a suo dire di non avergli permesso di attuare il mega programma annunciato all’inizio della sua presidenza.
(g.b. - f.c.)
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