Treviso: la De’ Longhi ricostruisce la fabbrica distrutta dalle fiamme

TREVISO. Dieci anni dopo l’incendio che devastò parte della De’ Longhi, l’azienda ha presentato in Comune un progetto per ricostruire lì dove sorgevano i capannoni divorati dalle fiamme.
Il piano è stato inoltrato a Ca’ Sugana mesi fa, ed è emerso solo oggi complice il fatto che da allora alla data della sua approvazione (avvenuta di recente) abbia seguito un iter di approvazione tutto di uffici, allo sportello unico, lontano dalle sale consiliari e dalla sala giunta, ma sono in molti ad averlo visionato.
A curare il progetto lo studio Signorotto, lo stesso che in questi ultimi mesi è impegnato nella riqualificazione di tutto il comprato ex Marazzato all’aeroporto. Sulle caratteristiche del progetto non trapela praticamente nulla, le uniche certezze arrivano però dalla relazione economico finanziaria messa nero su bianco il 30 giugno scorso dalla stessa De’ Longhi. «Agli inizi del mese di giugno il Gruppo, nell’ambito del piano di sviluppo delle proprie attività, ha acquistato la proprietà immobiliare già sede dell’head quarter a Treviso. Il piano di investimento prevede la costruzione di un nuovo immobile che verrà realizzato, nella medesima area, al fine di poter ampliare gli spazi ad oggi disponibili».
C’è stata una partita di giro milionaria grazie alla quale la De’ Longhi ha comprato dalla società che faceva capo al socio fondatore (De Longhi) tutto il terreno di via Seitz a Fiera, ovvero quello su cui insistono oggi gli uffici direzionali, e su cui fino a dieci anni fa sorgeva il capannone. L’operazione è stata messa a bilancio per 16,4 milioni di euro. Obiettivo finale? E sempre la relazione societaria a spiegarlo: «L’investimento si inserisce in un progetto di potenziamento delle strutture di ricerca e sviluppo, che prevederà la costruzione di un nuovo centro dedicato alle attività di sviluppo nuovi prodotti, unitamente a nuovi uffici e servizi generali». Rinascerà la fabbrica distrutta da rogo quindi, ma con funzioni molti più tecnologiche e scientifiche di allora.
Negli uffici di Ca’ Sugana tante bocche cucite. Pare però che il piano preveda indicativamente il raddoppio dell’attuale volumetria risparmiata dalle fiamme sul sedime dell’ex fabbricato e la riorganizzazione dei parcheggi intorno. Da chiarire se nel progetto è ricompresa anche la zona parcheggio che sorge in via Da Milano ed è chiusa da anni. Metri cubi? Piani di sviluppo? Tutto top secret. Dopo dieci anni di silenzio, mentre il Comune ragionava su come ripensare l’area, l’azienda ha messo la freccia ed è passata avanti approfittando – come è concesso dalla normativa – di leggi su piano casa e costruzione di immobili, non dovendo chiedere nulla di più visto che il progetto non prevede cambi di destinazione d’uso degli edifici presenti... e passati.
Fino al 18 aprile 2007 in via Seitz, vicino alla palazzina degli uffici, il capannone di produzione e magazzino occupava 40 mila metri quadrati circa. Il rogo scoppiò poco dopo mezzogiorno e nel giro di un’ora divampò tanto da sollevare una colonna di fumo nero visibile a chilometri di distanza. I vigili del fuoco lavorarono due giorni per mettere in sicurezza la zona mentre in città e in provincia si scatenò l’allarme inquinamento. Arpav negò subito la presenza di sostanze cancerogene, ma gli esami proseguirono per mesi come le polemiche. L’inchiesta penale sul rogo venne archiviata, i responsabili della sicurezza patteggiarono pene pecuniarie.
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