Treviso. Granfondo Pinarello, salta l’edizione 2020. “Colpa dei protocolli, così non è una festa”

TREVISO. L’ultimo ad arrendersi, il primo a riprovarci. Fausto Pinarello ha provato ad aspettare fino all’ultimo, ma la Granfondo Pinarello dev’essere una festa del ciclismo, fino in fondo. Così l’edizione 2020 - prevista il 19 luglio - è stata ufficialmente annullata. Un po’ l’oppressione dei protocolli, un po’ la forzata assenza di quanti arrivano dall’estero (il 20 per cento di partecipanti, solitamente), un po’ quella partenza alla francese (uno alla volta, a 15 secondi l’uno dall’altro) che avrebbe mandato in tilt i fotografi.
«No, a questo punto no me la sento più», sono le parole del deus ex machina del ciclismo trevigiano, Fausto Pinarello, «come si fa senza la partenza tutti insieme da piazza del Grano, senza i punti di ristoro, senza la convivialità che caratterizza la Granfondo? È diventato tutto troppo difficile. Abbiamo cercato fino alla fine di arrivare al dunque, di riportare quanti amano il ciclismo a godersi questa grande giornata. No, così no».
L’ufficialità è arrivata ieri, ma da settimane Fausto Pinarello stava studiando i protocolli e cercando nuovi scenari, nuove date e nuove modalità per quella pedalata che è diventata l’evento sportivo per eccellenza delle estati trevigiane. «Lo scenario che si prospettava, seppur sicuro, non ci convinceva in termini di “esperienza ciclistica” e per questo motivo abbiamo definitivamente deciso di annullare la Granfondo Pinarello 2020», sono le parole che ha rivolto ai gli iscritti, già attesi in città per l’edizione del 2021.
Si tratta pur sempre di una macchina che muove almeno 3 mila partecipanti, che mette in campo la protezione civile, centinaia di persone lungo il percorso, vincoli di sicurezza straordinari per assicurare la buona riuscita della giornata. Non ce la fa la Granfondo Pinarello e altrettanto rischia di toccare alla Granfondo di Asolo (già posticipata al 4 ottobre) e alla Granfondo Città di Padova (la nuova data è il 6 settembre, ma sulla certezza i dubbi restano). Quindi la decisione del rinvio – l’edizione 2020 avrebbe contato sulla novità dell’arrivo in Strada Ovest davanti all’azienda, senza contare il restyling dei percorsi, con il Madean e il ritorno del Montello – è definitiva.
Ma qui sta la forza di un’azienda che giocoforza deve mettere l’uomo assieme alla “macchina”: guardare oltre. Così i mesi perduti non saranno sprecati, anzi. Pinarello lancia già un’edizione 2021 che diventerà una tre giorni (l’idea che aveva nel cassetto da qualche tempo) per trasformare Treviso nella capitale di ogni disciplina sportiva a due ruote, prima traccia di quel “Bike land” da tempo nei piani del colosso di Fontane: «I protocolli quest’anno ci avrebbero costretto a cambiare tutto, quindi se proprio dobbiamo cambiare lo facciamo in grande, per la prossima edizione. Spazio alle montain bike, alle gare per i bambini, ai corsi per la sicurezza stradale. Il tutto mentre si lavora per allargare “il campo” creando nei pressi della sede in Strada Ovest una sorta di park scambiatore - da 200 posti auto - per partire poi con il bike-sharing in sella a una Pinarello, per andare al lavoro in centro città oppure per scoprire una Marca sempre più a vocazione cicloturistica.
Beh, certo, chi pensa che Fausto Pinarello il 19 luglio vada al mare però si sbaglia di grosso. «Cosa farò? Alle 7.30 parto in bici, a una pedalata “spontanea” non posso rinunciare. Tanti mi hanno già contattato dicendo che sono pronti a venire con me, niente assembramenti, niente premi, niente ristori di gruppo, ma per me l’importanza di questa data resta tale». —
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