Treviso, capitano e luogotenente della Finanza arrestati per corruzione

Arrighi a Treviso da 4 anni, prima aveva guidato la Compagnia di Conegliano Freni, originario di Messina, era da vent’anni al comando provinciale
Bolognini Conegliano guardia di finanza capitano Stefano Arrighi Bolognini Conegliano guardia di finanza
Bolognini Conegliano guardia di finanza capitano Stefano Arrighi Bolognini Conegliano guardia di finanza

TREVISO. Un fulmine a ciel sereno. Al comando provinciale delle Fiamme Gialle di Treviso c’è poca voglia di parlare. Bocche cucite tra i colleghi del capitano Stefano Arrighi di Conegliano e del luogotenente Biagio Freni di Scorzè. L’accusa nei loro confronti è la più pesante che si possa contestare ad un militare della guardia di Finanza: corruzione. I loro colleghi, ieri di buon mattino, si sono presentati alla porta delle loro abitazioni con in mano l’ordine di custodia cautelare degli arresti domiciliari ed un decreto di perquisizione. Si tratta di due militari da tutti ritenuti integerrimi e attaccati alla divisa. Anche per questo, ieri, nei corridoi del comando provinciale si respirava aria pesante. Solo il comandante provinciale delle Fiamme Gialle, il colonnello Alessandro Serena, pur con tanta amarezza, ha speso poche parole, al termine di una breve conferenza stampa, tenutasi negli uffici della procura, per ribadire come l’istituzione della guardia di Finanza abbia gli anticorpi per combattere contro comportamenti del genere.

Il capitano Arrighi è una figura molto conosciuta nella Marca per aver lavorato nei due centri più grossi della provincia, Conegliano e Treviso. Dopo anni di esperienza alla tributaria di Venezia, nel 2005 aveva prestato servizio alla tenenza di Este, in provincia di Padova. Quattro anni più tardi, nel 2009, è arrivato al comando della compagnia di Conegliano per rimanervi fino al 2012. Gli ultimi quattro anni Arrighi li ha trascorsi al nucleo di polizia tributaria del comando provinciale delle Fiamme Gialle di Treviso.

Anche il luogotenente Freni è un sottufficiale molto noto e stimato. Diplomatosi in ragioneria a Messina, dal 1996 è in servizio al comando provinciale di Treviso. Negli ultimi mesi era giunto in forza alla compagnia di Treviso, dopo aver lavorato alla tributaria. Ai domiciliari c’è anche l’imprenditore della Marca che avrebbe corrotto i due finanzieri con doni di valore in cambio di verifiche fiscali addomesticate.

Nei prossimi giorni, in tribunale a Treviso, ci sarà l’interrogatorio di garanzia dei tre indagati nei confronti dei quali la procura ipotizza l’accusa di corruzione. In quell’occasione i tre indagati avranno modo di chiarire la propria posizione ed eventualmente controbattere alla accuse.

A disporre la misura cautelare degli arresti domiciliari è stato il giudice delle indagini preliminari Silvio Maras su richiesta del pubblico ministero Giulio Caprarola. In aula si potrà anche vedere la strategia difensiva dei legali degli indagati. È probabile che gli indagati decidano di parlare e di spiegare al giudice la loro versione dei fatti. In procura, comunque, assicurano che gli elementi raccolti nel corso delle indagini sono sufficienti per giustificare la misura cautelare in atto.

Marco Filippi

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