Treviso, accoltellato con il pugnale di Rambo

San Zeno, trevigiano arrestato per tentato omicidio: ha colpito alla pancia un marocchino davanti al bar Mokita

TREVISO. Una lite degenerata per gli effetti dell’alcol ed un insulto di troppo. È su questo sfondo che è maturata, l’altra notte, un’aggressione all’esterno del bar Mokita di San Zeno, sfociata con una coltellata alla pancia. Il bilancio è di un trevigiano arrestato per tentato omicidio e di un marocchino di 45 anni ricoverato in ospedale con una prognosi di 15 giorni. In manette è finita una vecchia conoscenza delle forze dell’ordine: William Carretta, 37 anni di Treviso. Ora si trova in cercare a Santa Bona e stamattina dovrà comparire davanti al giudice delle indagini preliminari per la convalida dell’arresto.

L’episodio è avvenuto l’altra notte e si è sviluppato in due sequenze. La prima, alle 20.30 quando Carretta trova il marocchino nel plateatico esterno del locale. I due sono alterati, forse anche dall’effetto dell’alcol. Ad un certo punto, secondo quanto raccontato dai testimoni, a qualcuno scappa un’offesa e scatena la reazione dell’altro. Alle 21 il secondo episodio. Carretta, che nel frattempo s’era allontanato, arriva di nuovo al Mokita e all’esterno del bar trova il rivale marocchino. Stavolta è armato di un coltello da “rambo”, un Falcon seghettato. Quando il marocchino lo vede armato si sfila la cintura e tenta di difendersi. Volano i tavolini e le sedie del plateatico del bar. L’azione dura un paio di minuti. 120 secondi di autentico terrore per gli avventori del bar seduti all’esterno. Nella colluttazione Carretta vibra un colpo di coltello alla pancia del marocchino che cade a terra insanguinato. Carretta poi scappa via e torna a casa.

La figlia del gestore del bar, una giovane cinese, chiama la polizia. Pochi minuti più tardi due pattuglie della questura sono già sul posto. Gli agenti sentono i testimoni e poi vanno a casa di Carretta, a poche centinaia di metri dal bar. I poliziotti lo trovano all’interno della sua abitazione. Carretta non cerca scuse: alle domande degli agenti ammette di essere stato lui ad aggredire con il coltello il marocchino e consegna il coltello usato durante l’aggressione.

Su disposizione del pubblico ministero Mara De Donà, Carretta (difeso dall’avvocato Alessandra Nava) viene arrestato con la pesantissima accusa di tentato omicidio pluriaggravato dall’uso del coltello, dai futili motivi e dalla recidiva. Contestato anche il reato di porto abusivo di arma atta ad offendere.

Sotto choc la barista cinese, figlia del titolare del Mokita: «Ero all’interno del bar - racconta - e stavo lavando i bicchieri quando ho sentito del trambusto nel plateatico. Mi sono girata ed ho visto che volavano sedie e tavolini. Poi ho chiamato la polizia».

Nel maggio 2011, il bar Mokita fu assaltato da tre banditi armati di pistola e coltello. La rapina fruttò 10.000 euro.

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso