Tredici minuti per pulire un ufficio postale «Sportelli trevigiani a rischio abbandono»

Tredici minuti per pulire un intero ufficio postale. Non c’è da stupirsi se poi, l’indomani, i dipendenti si lamentano delle condizioni indecorose in cui sono costretti a lavorare, e i clienti allo sportello avvertono una sensazione di abbandono. Il problema da qualche giorno riguarda tutti i duecento uffici postali sparsi in provincia di Treviso: l’orario di lavoro delle 37 addette alla pulizia, assunte dalla Idea Servizi Integrati Srl di Caltanissetta dopo un turnover di aziende e cooperative, è stato improvvisamente ridotto all’osso, con una media di 15-20 ore settimanali. Come detto, fanno 13 minuti per pulire un intero ufficio.
rischio abbandono
A denunciare il problema è Filcams Cgil Treviso. «Con orari di questo tipo si rischia di trascurare la pulizia degli uffici» commenta la sindacalista Wilma Campaner, «alle addette viene chiesto di correre, non si può stare ferme a pulire come si faceva prima. Per le lavoratrici è una situazione pesante perché mortifica la loro professionalità, non possono garantire la cura perfetta che riuscivano a garantire fino a prima. Si penalizza anche l’utente e chi in quegli uffici è costretto a lavorare. La maggior parte delle lavoratrici ha contratti da 12 a 16 ore la settimana, a 40 ore ci sono solo le responsabili. Basta fare un rapido conto per capire che non è un orario sufficiente a garantire una certa qualità di servizio».
caos appalti
Ma come si è arrivati a questa situazione? Con un valzer di aziende e di appalti partito il primo settembre dell’anno scorso. All’epoca avviene il primo cambio d’appalto per la pulizia degli uffici postali trevigiani: le lavoratrici (in arretrato di un paio di mensilità di stipendio e con la tredicesima spalmata nel semestre dell’anno successivo) passano da Global Service Società Cooperativa, di Caltanissetta, a Consorzio Meridionale Servizi, della stessa città. All’inizio di gennaio nuova rivoluzione: l’appalto passa a Idea Servizi Integrati Srl, sempre di Caltanissetta, che avanza subito la richiesta di riduzione dell’orario di lavoro.
gli orari ridotti
«È da tener presente – sottolinea ancora Campaner – che sono contratti che vanno da sei a un massimo di venti ore settimanali. Da quel momento alle lavoratrici arrivano raccomandate che comunicano la decisione unilaterale del cambio e della riduzione di orario, con la chiamata a firmare il 13 marzo il nuovo contratto individuale di assunzione a quelle condizioni. La mancata firma sarebbe stata considerata una rinuncia al posto di lavoro. Una farsa, perché al Centro per l’Impiego invece la società aveva già comunicato l’assunzione di tutto l’organico. In una dozzina hanno firmato, consentendo così la riduzione anche di molto dell’orario, a volte anche dimezzato». Una stranezza? Non è l’unica: «A sottoscrivere le assunzioni per Global Service, Consorzio Meridionale e Idea Servizi Integrati è sempre la stessa persona. Inoltre, nella busta paga le lavoratrici si sono trovate applicata la riduzione di orario, e dunque di salario, quando invece è stato rispettato l’orario in vigore con l’appalto di settembre».
la protesta
Ora le dipendenti sono sul piede di guerra. Cgil chiede un intervento diretto di Poste Italiane, responsabile in solido nei confronti delle lavoratrici. Ne va anche della reputazione della società: uffici poco puliti e abbandonati a loro stessi non sarebbero un gran biglietto da visita per la clientela. «Si rispettino i diritti delle lavoratrici e - conclude Campaner - si mettano i dipendenti e gli utenti delle Poste nelle condizioni di operare in luoghi di lavoro puliti e dignitosi». —
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