Trecentomila euro sul conto di una russa

MONTEBELLUNA. L’ultimo mistero dietro al suicidio del bancario di Montebelluna è legato ad alcune operazioni riferibili direttamente alla filiale di Volpago della Banca Popolare di Verona e passate per le mani di Gianni Daniel. Il loro valore sarebbe di quasi trecentomila euro e riguardano gli investimenti di alcune decine di clienti e un conto corrente intestato a una donna. Solo gli accertamenti in corso dall’ispettorato interno della banca riusciranno a ricostruire come quei soldi sono passati dai conti di ignari clienti a quelli di una donna di nazionalità russa.
Tutto il resto è mistero.
Dall’istituto di credito nessun commento ufficiale: gli accertamenti sono in corso e non è escluso che nei prossimi giorni verranno sentiti alcuni clienti della banca.
Tutto nasce da un normale controllo interno della banca: gli ispettori avrebbero notato discrepanze nei conti correnti di alcuni clienti dei quali il bancario si occupava personalmente, gestendo i loro investimenti e i pacchetti azionari. Immediata sarebbe poi scattata la sospensione dal servizio del dipendente, una decina di giorni fa, e la sua convocazione da parte dei vertici dell’istituto, che gli avrebbero chiesto conto di quei movimenti «anomali». La riservatezza sul caso, tuttavia, è totale, per almeno due motivi: il primo perchè gli accertamenti sono in corso ed appare complesso ricostruire minuziosamente i movimenti dei conti correnti gestiti da Daniel. Secondo, il più importante: nessuno intende infierire sull’accaduto, dopo la tragedia umana che si è consumata, dinanzi al dolore della famiglia. Ed anche le eventuali ricadute penali sono destinate ad esaurirsi. Ma quel che la banca non dice ufficialmente, sarebbe ormai trapelato in tutta la sua gravità: dai conti di alcune decine di clienti «gestiti» dal bancario di Montebelluna sarebbero state dirottate cifre significative in un conto riferibile a una donna, cittadina russa, che vive fuori dalla provincia di Treviso.Il bancario, probabilmente, non ha retto alla pressione psicologica del caso. Dopo il colloquio con i suoi superiori, nei giorni scorsi, ritorna a casa e spiega di aver preso alcuni giorni di ferie. Poi evidentemente, la disperazione prende il sopravvento. Nessuna denuncia a carico dell’impiegato era stata presentata dall’istituto di credito al momento dell’avvio degli accertamenti. Non è nemmeno certo che ne verranno presentate in futuro. I correntisti sono comunque garantiti. Alla Procura del tribunale nessun fascicolo è stato aperto per ipotesi di reato legate ad un’eventuale (nel caso in cui venisse confermata) appropriazione indebita aggravata. L’unico fascicolo esistente è quello relativo al suicidio del bancario . Che tutt’oggi lascia il paese incredulo e sgomento.
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