Trecento anni e qualche acciacco: Fontane vuole salvare il suo gelso

VILLORBA. Sotto la sua ombra hanno trovato ristoro contadini, soldati, osti e forse anche qualche nobile a cavallo. Da almeno 300 anni è lì, a vegliare su Fontane, ma ora rischia di crollare. Il “Vecio Morer”, da cui il nome della vicina osteria, trema sotto i colpi del vento e del traffico. I residenti chiedono un intervento per salvarlo. «Non si fa più manutenzione da tempo, ma è troppo pesante e all’interno è vuoto da anni. Se non lo vogliamo veder crollare alla prima tromba d’aria, bisogna intervenire», è l’appello lanciato da alcuni residenti del centro della frazione. Non è chiaro quanti anni abbia di preciso quel gelso, ma certamente almeno 300. Alcune annotazione storiche infatti ne parlano fin da primi anni del 1700, quando Fontane era una distesa di campi e un piccolo borgo. Di aneddoti sul quel “Vecio Morer” la storia popolare locale è piena. C’è chi racconta che fissati al tronco dell’albero c’erano grossi anelli di ferro che servivano ai contadini e ai commercianti per legare i cavalli, gli asini o i buoi mentre si concedevano un’ “ombra de vin”. Quasi ogni giorno era legato a questi anelli, a volte anche per ore, Aldo, l’asino della “Nesta Menina”, una fruttivendola ambulante che con un carretto ricoperto di frutta e verdura passava di paese in paese. L’asino, si dice, fungeva anche da guida per la donna. Conosceva bene la strada di casa anche perché non sempre, dopo le lunghe soste all’osteria, la padrona ricordava da che parte andare. Il “Vecio Morer” è un vero patrimonio storico e culturale per tutta Villorba, protagonista di molti momenti di vita quotidiani degli ultimi 300 anni. Proprio per questo molti residenti chiedono che venga salvato. Recentemente è stato chiesto l’intervento sia del Comune di Villorba che della Forestale, ma ancora nessuno è intervenuto. Eppure se il vecchio gelso dovesse crollare sulla strada potrebbe rappresentare un pericolo grave. Meglio rimetterlo in sesto, no?
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