Tre casi di encefalite provocati da zecche

Docente del Duca degli Abruzzi punto in Trentino e ricoverato  al Ca’ Foncello.  Altri due assistiti da inizio estate al reparto Malattie Infettive
TREVISO. È grave ma ci sono segni di un leggero miglioramento neurologico. I medici del reparto di Terapia Intensiva dell'ospedale di Treviso non hanno sciolto la prognosi, ma il professore trevigiano che ha contratto l'encefalite a causa del morso di una zecca infetta, sta iniziando a rispondere alle cure. Un quadro clinico complesso che lascia ben sperare. Colleghi e studenti del Duca degli Abruzzi, dove il cinquantenne insegna da alcuni anni, gli augurano una rapida guarigione. «È una delle colonne portanti della nostra scuola. Persona colta e preparata, un educatore sensibile e capace di trasmettere il suo grande amore per la natura ai ragazzi. Noi tutti lo aspettiamo presto», fa sapere la dirigente Maria Antonia Piva. Il professore, ricoverato da alcune settimane al Ca' Foncello, avrebbe contratto il virus a fine luglio, dopo essere stato punto da un parassita portatore di Tbe, la cosiddetta encefalite da zecca che può provocare seri danni al sistema nervoso centrale. Probabilmente è accaduto durante una passeggiata nella zona di Fiera di Primiero, in provincia di Trento, per la precisione a Caoria. Un'area che insieme al Bellunese sta assistendo a un'importante proliferazione delle zecche.
 
Treviso, prof punto da una zecca: colpito da encefalite
 
Il fenomeno. Il fenomeno preoccupa anche la provincia di Treviso, dove i parassiti stanno colonizzando la Pedemontana. Li si trova sul massiccio del Grappa, sul monte Cesen, sui colli asolani, in Alpago-Cansiglio, nonché in prossimità del Piave, dove passano le greggi. «La montagna si va sempre più spopolando e l'ambiente diventa più selvaggio. Con il venir meno di figure quali il boscaiolo e l'allevatore, i prati restano incolti, nei boschi il legno marcisce e i sentieri vengono inghiottiti dalla vegetazione: tutto ciò diventa un habitat ideale per le zecche. Poi animali quali lupi, ungulati e uccelli, ne fanno da veicolo. Per chi ama l'escursionismo in molti casi funziona l'attenzione: controllare sempre il corpo dopo una gita. Ma a volte capita di venire punti», sottolinea l'alpinista Vittorino Mason.  La presenza delle zecche si fa quindi sempre più insistente nella Marca, tanto che quest'estate ci sono stati ben tre ricoveri per Tbe al Ca' Foncello e in tutti e tre i casi si tratta di gente che aveva camminato fra Alto Adige e Bellunese.
 
Il vaccino. La malattia può essere prevenuta grazie alla vaccinazione, ma si tratta di una pista ancora poco battuta dall'Usl 9. Mediamente in un anno l'azienda sanitaria trevigiana somministra il siero a 250 cittadini, la metà sotto i 15 anni, il resto adulti. Pochi, rispetto al numero enorme di frequentatori della montagna. «Sarebbe utile fare una campagna di informazione capillare. L'adesione alla profilassi è ancora bassa nel nostro territorio, speriamo che ci possa essere un cambio di rotta e che la popolazione non sottovaluti questa opportunità» evidenzia Pier Giorgio Scotton, direttore del Reparto Malattie Infettive del Ca' Foncello. In altre zone la somministrazione vaccinale è già divenuta un sistema collaudato. A differenza di Treviso, dove il siero è a pagamento, province e regioni confinanti hanno deciso di incentivarne l'utilizzo. L'azienda sanitaria bellunese ha stabilito di passare gratuitamente il vaccino ai suoi cittadini. Stessa scelta è stata fatta dal Friuli Venezia Giulia per i residenti.
In Austria grande attenzione viene prestata verso i bambini e coinvolgendone i genitori. «Il vaccino andrebbe promosso di più anche nella Marca perché è molto efficace e funziona come un killer occulto, tenendo a bada il pericoloso virus», evidenzia il primario Scotton. Il siero nella Marca è a pagamento e la somministrazione può essere fatta alla Madonnina. Come ricorda Mauro Ramigni, direttore del servizio di Igiene e sanità pubblica: «È consigliato a tutti coloro che fanno attività nei boschi. Dagli scout a chi lavora in zone montane, a chi va a raccogliere funghi. Lo raccomandiamo caldamente».
 

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