Tragedia di Castagnole, lo strazio della figlia: «Mia madre non meritava una fine come questa»

Martina Sandre, avvisata dai carabinieri, è arrivata per prima sul luogo del dramma: «Spero almeno che non abbia sofferto, avrei voluto poterla aiutare in qualche modo»
FILIPPI . AG.FOTOFILM . PAESE . INCENDIO ABITAZIONE SULLA FELTRINA 2 DONNE DECEDUTE
FILIPPI . AG.FOTOFILM . PAESE . INCENDIO ABITAZIONE SULLA FELTRINA 2 DONNE DECEDUTE

CASTAGNOLE DI PAESE (TREVISO). È stata la prima tra i parenti ad arrivare sul luogo della tragedia, Martina Sandre, figlia di Fiorella, morta nella notte nel rogo della villetta di via Feltrina a Castagnole di Paese. È stata svegliata dai carabinieri che le hanno dato la triste notizia.

È visibilmente emozionata ed il figlio la sorregge e le dà conforto. «Mia madre - racconta - faceva la bidella all’istituto turistico Mazzotti nella sede accanto alla chiesa Votiva. Risiedeva formalmente a Breda di Piave ma da qualche tempo s’era trasferita nella villetta di Castagnole dove vive la famiglia Miglioranza. Era molto amica di Franca ed entrambe avevano qualche problema fisico. Per questo motivo era andata a vivere da lei. Si aiutavano a vicenda e si facevano compagnia: erano molto legate. Lui, Sergi,o invece era sempre fuori per lavoro, per questo con il tempo la loro amicizia s’è consolidata».



La notizia della tragedia le è arrivata nel cuore della notte, quando le forze dell’ordine hanno suonato alla porta di casa per avvisarla di quanto era successo. «Quando ho visto i carabinieri - spiega - ho subito immaginato che qualcosa di grave era successo, mica vengono a svegliarti di notte per sciocchezze. Quando, alle 3, mi hanno detto che mia madre era morta sono rimasta di pietra. Mia mamma e Franca non meritavano quella fine. È stata mia mamma, ho saputo poi da Sergio Miglioranza, a dare l’allarme alla polizia. So che Sergio, che si trovava al piano di sopra, è uscito di corsa per cercare di riparare dal fuoco una bombola del gas che era in lavanderia e per cercare di aiutare loro ad uscire ma poi lo shock e la confusione dovuta alle fiamme gli ha fatto perdere di vista mia madre e la moglie».



Una fine assurda quella di Fiorella Sandre, ex bidella del turistico Mazzotti, e di Franca Fava, 58 anni, ex operaia della Dal Negro. «So che sono state trovare in due stanze diverse, una in bagno e l’altra in un altra camera. Probabilmente hanno cercato di rifugiarsi dalle fiamme ma non ci sono riuscite. Spero soltanto che non abbiano sofferto. Al solo pensiero mi si stringe il cuore. Non averla potuta aiutare è un pensiero che mi pesa».



Una vita dura quella di Fiorella Sandre, segnata da un lutto di un fratello morto per un ictus fulminante. «Anche mia nonna - spiega Martina Sandre - aveva avuto un ictus ed aveva costretto mia madre ad andare in prepensionamento per seguirla. Ecco mia mamma era così: generosa e disponibile con tutti. Aiutava chiunque le chiedesse una mano o anche del semplice conforto. Quando ero giovane, seppur avesse soltanto il suo stipendio, mi aveva fatto studiare fino al secondo anno dell’alberghiero. Tutti la ricordano per la sua propensione all’aiuto: oggi molte persone mi hanno chiamato per testimoniare la loro vicinanza per il lutto».

Quello che chiede ora agli investigatori è di sapere la verità sull’origine del rogo. «Voglio sapere - continua Martina Sandre - come abbia avuto origine il rogo. Voglio la verità per mia madre e per la sua amica Franca. Oggi non ho fatto altro che pensare a loro. Spero soltanto che non siano morte bruciate. Spero non si siano rese conto di che fine stavano facendo. Il pensiero più grande è che abbiano sofferto. Spero siano svenute prima che le fiamme intaccassero i loro corpi, altrimenti, non so se riuscirò mai a dormire di notte. Oggi mi hanno risparmiato il riconoscimento della salma perché mi hanno detto che era meglio che mi risparmiassi questo strazio. Non so se dovrò farlo domani. So qui, in attesa che mi chiamino al cellulare e che qualcuno mi dica la verità».

Nel frattempo la procura della Repubblica, nella giornata di oggi o domani disporrà l’autopsia sulle salme delle due donne. Il pubblico ministero Anna Andreatta che si occupa del caso vuole infatti capire l’esatta causa della morte delle due povere donne.—

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