Torna a splendere la sala del Capitolo

La straordinaria Sala del Capitolo del Seminario Vescovile di San Nicolò torna a nuova vita grazie alla convenzione tra la Soprintendenza per i beni culturali e la Fondazione Bonaventura 1974. La onlus trevigiana, diretta da Bruno Termite, finanzierà buona parte del resaturo conservativo dell'opera, in accordo con il Seminario proprietario della struttura.
La sala, perla dell'antico convento dei Domenicani, che affianca la chiesa di S.Nicolò, è uno dei gioielli artistici della c ittà: costruita nel 1200 su impulso dei frati, e poi affrescata per volere del priore trevigiano Nicolò Boccassino, divenuto papa nel 1303 con il nome di Benedetto XI, accoglie i dipinti di Tomaso da Modena, che vi operò ne1 1352.
Gli affreschi hanno immenso valore, oltre che per la loro bellezza artistica, anche perchè illustrano con particolare dovizia di dettagli la vita dei frati predicatori. Da ricordare i particolari raffiguranti Ugo di Saint-Cher e Nicolò di Rouen, prime opere pittoriche al mondo a riportare rispettivamente un paio di occhiali e una lente d'ingrandimento.
Tomaso da Modena, chiamato a Treviso proprio da Bccassino, rimase in città per 10 anni, realizzandovi anche il ciclo delle Storie di Sant'Orsola, oltre alla sala del Capitolo dei Domenicani.
Il restauro è necessario per il distacco di parti di intonaco e per problemi legati alle infiltrazioni di umidità. I passati restauri hanno determinato una disomogenità nelle strutture di appoggio degli affreschi.
La sala del Capitolo, infatti, fu colpita dal bombardamento del 1944, provocando il crollo di una parete. Solo l'amore e la dedizione del grande restauratore trevigiano Mario Botter permise di recuperare l'immagine del Cristo crocifisso attorno al quale si stagliano le figure dei papi, dei cardinali e dei vescovi che vi sono raffigurati, tra i quali spicca il volto dello stesso Nicolò Boccassino, ritratto sia come papa che come cardinale.
I lavori, che proseguiranno fino al 2015, saranno finanziati dalla Soprintendenza e dalla Fondazione Bonaventura 1974, per un ammontare totale di 140.000 euro.
La Fondazione si occuperà di progettazione e fornitura dei ponteggi, gestione della sicurezza, campagna fotografica e parte dei materiali necessari. La parte tecnica, invece, sarà affidata al restauratore ministeriale Alfeo Michieletto, che opererà in sinergia con il direttore dei lavori, Giuliano Romalli, e con i funzionari ministeriali e della Soprintendenza, Marica Mercalli e Gabriella Delfini.
La Fondazione è nata per ricordare la figura di Luigi Bonaventura, grande imprenditore trevigiano attivo nel settore delle costruzioni, scomparso proprio nel 1974. Al termine dei lavori, l'intento della Fondazione e della Soprintendenza è anche quello di valorizzare la conoscenza tra il pubblico di un'opera di eccezionale bellezza e importanza storica, che arricchisce Treviso di un vero e proprio gioiello artistico e che testimonia l'importanza degli ordini mendicanti per la rinascita culturale del Paese in epoca tardo-medievale.
Chiara Ferretto
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