Tbc a scuola a Motta, ancora casi sospetti: l’Usl interpella l’Istituto di sanità

«Focolaio inusuale». Anomalo il caso dell’alunna contagiata pur non facendo parte della stessa classe degli altri malati
ZAGO AG.FOTOFILM TREVISO DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE -LA MADONNINA-
ZAGO AG.FOTOFILM TREVISO DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE -LA MADONNINA-

MOTTA DI LIVENZA. Tubercolosi alla scuola elementare di Motta, dopo che le diagnosi di malattia sono salite a sei con il ricovero di una piccola alunna della primaria, al vaglio dei medici trevigiani ci sono altri 4 casi sospetti tra gli studenti che sono risultati positivi al test alla tubercolina Mantoux nei giorni scorsi. Vista la situazione l’Usl 2 ha deciso di contattare i massimi esperti dell’Istituto Superiore di Sanità per sottoporre loro la vicenda.

FOCOLAIO INUSUALE. «Siamo di fronte a un focolaio epidemico inusuale, un fatto importante per noi e per la scuola interessata. Sei casi tra loro correlati in un unico plesso scolastico sono un evento significativo per questo abbiamo contattato l’Istituto Superiore di Sanità per avere anche la loro opinione», sottolinea il dottore Sandro Cinquetti, direttore del dipartimento di Prevenzione. A far scattare il confronto con l’ente governativo del Servizio sanitario nazionale è stato proprio il sesto caso di tbc ritenuto improbabile per come l’infezione si propaga solitamente.

«La novità dell’ultima diagnosi, che vede un’alunna ricoverata per aver contratto la malattia, sta nel fatto che non è correlata al cerchio dei contatti stretti che si sono rapportati in modo ravvicinato e prolungato con la maestra che costituisce il “caso indice” ad alta infettività, dal quale l’infezione tubercolare ha avuto inizio» prosegue Cinquetti. La letteratura scientifica parla chiaro e prima della sesta diagnosi di tbc, l’andamento epidemico nel Mottense confermava la regola, ma ora la soglia di attenzione si è ulteriormente alzata. Il 95% dei contatti stretti, cioè la classe in cui la docente insegnava sono risultati Mantoux positivi, nella classe parallela meno frequentata dalla donna si scende al 12% di Mantoux positivi, mentre tra i contatti occasionali si arriva al 3% di positività, il rischio di contrarre la patologia tubercolare in questo ultimo gruppo di soggetti è estremamente basso ma il riscontro sulla piccola alunna ha smentito le aspettative.

«Quest’ultimo episodio ci dice che abbiamo fatto la scelta giusta quando abbiamo deciso di eseguire lo screening Mantoux a tappeto per tutti i 400 alunni della primaria», prosegue Cinquetti. Oltre all’Istituto Superiore di Sanità l’Usl 2 ha inviato una dettagliata informativa alla Regione e ieri pomeriggio gli esperti dell’azienda sanitaria trevigiana hanno incontrato il sindaco e il preside della scuola di Motta, per avviare dei progetti di supporto psicologico per gestire la crisi ed evitare lo stigma. Subito dopo l’intervento a scuola, i tecnici del Servizio Igiene e Sanità Pubblica dell’Usl hanno incontrato i colleghi specialisti dell’ospedale di Oderzo e i referenti delle Malattie Infettive e della Microbiologia del Ca’ Foncello per stabilire i prossimi passi.

I SEI MALATI. La situazione dei sei malati di tbc è variegata. La bambina che ha contratto per ultima la tubercolosi si trova ora ricoverata in Pediatria a Oderzo dove sta seguendo una terapia farmacologica, e le sue condizioni appaiono stabili. Tra ieri e oggi verranno terminati anche i test di Mantoux avviati a scopo precauzionale sui familiari della studentessa.

L’INSEGNANTE A CASA. La docente che un paio di settimane fa è stata identificata come “caso indice” è stata dimessa da qualche giorno e si trova ora isolata al domicilio, dove sta continuando ad assumere i medicinali prescritti. «Attiveremo un programma di visite domiciliari per sostenere la paziente nella terapia: si tratta di una persona che sta vivendo una situazione di malattia importante e che va trattata con professionalità clinica e umanità», aggiunge il dottor Cinquetti. Non a caso l’azienda sanitaria sta coordinando gli interventi di supporto insieme al medico di famiglia della donna e agli specialisti ospedalieri. Nel frattempo sono stati dimessi anche l’altra insegnante che ha sviluppato la tbc e gli altri 3 bambini che sono risultati positivi a tutti gli accertamenti sanitari e che ora proseguono con il trattamento multi-farmacologico a casa.

I 4 CASI DUBBI. In fase di valutazione ci sono ancora 4 bambini risultati positivi con esito dubbio che saranno ora invitati e fare un esame radiologico, un prelievo gastroaspirato e una tac. L’Usl 2 invita la popolazione alla calma e il dottor Cinquetti ribadisce: «Abbiamo messo in campo le nostre migliori energie, stiamo seguendo i protocolli internazionali e abbiamo avviato un confronto con esperti di altre sedi e istituzioni. La situazione è impegnativa ma stiamo facciamo il massimo per affrontarla al meglio». 


 

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso