Super-bonus alla governance di Ascopiave. Oltre 2 milioni a Cecconato e tre manager

L’importo (lordo) è legato al successo dell’operazione di partnership con Hera della quotata di Pieve di Soligo. Perplessi alcuni amministratori locali
Passerini Pieve di Soligo Conferenza Stampa Ascopiave
Passerini Pieve di Soligo Conferenza Stampa Ascopiave

PIEVE DI SOLIGO. Due milioni e 277 mila euro, come dire 4 miliardi e mezzo di vecchie lire. È l’importo lordo esatto - certificato a bilancio – del premio per il presidente e amministratore delegato di Ascopiave, Nicola Cecconato, e per lo staff di tre supermanager che hanno seguito il bando di manifestazione di interesse per la partnership che ha portato alle nozze con Hera, fra le più rilevanti operazioni finanziarie italiane del 2019, non solo tra le utilities. Un ’intesa – bagnata da 645 milioni di dote portati da Hera – con cui la quotata di Pieve di Soligo ha scelto di diventare primo player a Nordest nelle reti, cedendo la maggioranza del retail (il 52 %) del nuovo colosso Est Energy prima realtà del Triveneto, con oltre un milione di clienti.

BONUS E POLEMICHE. È una cifra che farà discutere, sul piano politico e amministrativo, perché i sindaci delle Lega, e non solo, soci di Ascoholding casa madre, non avevano molto gradito l’erogazione del bonus (e adesso ha creato irritazione anche la trattative per far pace con Malvestio, sulla base di una cifra vicino ai 7 milioni). Nessuno la immaginava così ricca, dato che le prime stime e voci circolate a Pieve parlavano di 1,4 milioni, di cui circa 800 mila euro al presidente Cecconato. Tutti si chiedono come verrà ripartita: stando a rumors non confermati, si parla di un 60% a Cecconato (1,3 milioni), il restante milione diviso fra i tre manager. Si parla sempre di cifre lorde. Ascopiave, di fronte ai mugugni dei sindaci, ha sempre sostenuto che per società di Borsa simili premi sono assolutamente normali, e che storicamente i compensi degli amministratori di Asco sono assai inferiori a quelli di altre società di pari livello di Ascopiave. Alla politica può fare impressione la dimensione delle cifre, ma siamo nella finanza pura.

OPERAZIONE DI SUCCESSO. E va detto che il superpremio nasce dal successo dell’operazione finanziaria, che ha portato nella casse Asco ben 645 milioni (più reti di Padova, Udine, Pordenone e Trieste), un “tesoro” che ha rivoluzionato il borsino del settore, perché ha superato del 30’% ogni più rosea previsione. Al punto da stabilire il nuovo riferimento del valore/cliente mercato della utilities italiane. «L’intesa con Hera ha portato il raddoppio del patrimonio di Ascopiave: +450 milioni di euro, con un rilevante efficientamento dei costi», dicono a Pieve, «il massimo possibile del valore generabile. Consob e Borsa, del resto, raccomandano di avere remunerazioni "dedicate" per il management per operazioni straordinarie, legandole ai risultati». In Asco poi fanno notare anche come i manager ricoprano gratuitamente i posti nei cda delle controllate, facendo risparmiare il 30% sul 2018. Dove però il conto risentiva degli 1,8 milioni di liquidazione all’ex direttore generale Gumirato. Indennità ed emolumenti 2019 ai vertici ammontano a 3,907 milioni: 808 mila a presidente Cecconato e consiglieri del cda, 152 mila euro al collegio sindacale, 670mila di premi all’altra dirigenza. Più i 2,277 di premio.

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