Sul Piave 400 comparse con Sorrentino e Malkovich «Che bella esperienza»

Il Papa Malkovich davanti alla Madonnina leva le mani al cielo e alla folla grida con enfasi: «Vogliamo altre guerre? Noooo» e, ancora «Vogliamo altro odio? Nooooo», «Vogliamo ancora male? Noooo». E la folla dolente gli risponde puntuale, ogni volta, con invasata veemenza: «Nooo». Attorno, i finti cameramen riprendono la scena. Inquadrati dai veri cameramen, e a vegliare sul tutto, le spalle rivolte a Papa, preti, frati, suore e fedeli, ci sono gli uomini della finta gendarmeria francese (il kepì è una scelta precisa?) armati di fucili e pistole. Sui malori e sui possibili miracoli vigilano le finte crocerossine che insieme a preti, frati e suore, nonché ai gendarmi, si sono cambiati e rivestiti all’uopo nella palestra delle ex scuole medie. Nascosto sotto il gazebo, che le mani degli “sgobbanti” spostano mano a mano che cambia la scena, Paolo Sorrentino rincorre la sua ispirazione artistica, sprone e sogno dal quale cavare la sua seconda fatica “vaticanesca” da mettere sullo schermo per Sky.
Questo film fa parte della serie “The New Pope” e fa il paio con il già visto “The Young Pope”. Lo vedranno, sicuramente, 400 persone in più: quelle che, selezionate un mese fa nei provini al Continental di Treviso, hanno fatto parte della folla dolente e plaudente, ieri, sul greto del Piave.
La staffetta tra il Papa giovane Jude Law (che ha girato le ultime scene a Venezia nei giorni scorsi) e il Papa nuovo, John Malkovich visto ieri sul Piave, si è completata proprio ieri.
IL SET NERVESA
E i 400, o almeno parte di loro, hanno gradito il cambio con il meno “figo” ma ben più ieratico sessantacinquenne statunitense che con l’Italia ha un feeling particolare, forse anche grazie alla moglie piemontese. Il set per la fiction di Paolo Sorrentino ha aperto molto presto a Nervesa. Appuntamento alle 6 all’impianto fotovoltaico di Bidasio per chi non doveva cambiarsi. Ad attendere i figuranti a Bidasio anche un barista ambulante, che pare abbia fatto affari d’oro preparando colazioni. Papa Malkovich arriva sul set in auto verso le 9 nei pressi della fondazione Jonathan Collection che fa da centro logistico per la troupe e gli attori. Accessi per l’area delle Campagnole blindati da giovedì fino alla fine delle riprese avvenuta a metà pomeriggio di ieri. A far rispettare l’ordinanza del sindaco Fabio Vettori, i volontari della Protezione Civile e quelli dell’Associazione Nazionale Alpini. Gli inflessibili guardiani, fieri, riconoscono Malkovich al suo arrivo in auto già vestito da Papa. Per evitare che qualcuno s’infili sul set passando il Piave, ci son pure i bodyguard armati che scrutano il fiume dalla parte di Susegana, ma poco lontano i curiosi non demordono ed “esce” anche qualche foto. Anziana Moglie gossipara al marito: «Ma ghe xe Jude Law?». Risposta prosaica: «Giud chi? ». La passione con il tempo è finita, ma anche il dialogo langue.
Macché Lourdes
A quanto è dato vedere, nessuna traccia della annunciata ricostruzione della grotta di Lourdes. E, tramontata la grotta, è così chiaro perché le riprese sono state fatte a Nervesa: per la vicinanza geografica a Venezia, dove nei giorni scorsi sono state girate altre scene. I disagi per il paese risultano limitati alla chiusura della sola piazza San Nicolò e gli accessi al greto. Chi ci abita entra sotto occhi indagatori e tra gli esercenti del centro il disagio è lenito dalla contentezza per un possibile richiamo turistico, una volta messe in onda le scene girate qui. Alle 15 i primi figuranti iniziano a sciamare, prima che i pullman (3 da 60 posti, che fan due giri ciascuno) facciano il loro giro di riconsegna. Al parcheggio di partenza arriva per primo, autonomamente, Amedeo Olivotto. «Le foto non ve le possiamo dare, è una clausola, ma io me le son fatte con i gendarmi. Prima di noi avevano girato gli avvelenati e la morta. Cosa vuol dire? Non lo so, dicevano così. Quanto era la diaria? Poco più di 50 euro netti, accredito in banca, hanno chiesto l’iban...».
«coccolatissimi»
In tre arrivano con un furgone Franco Vincenzi, Laura Pastro e la loro figliola, Cristina, diversamente abile: «Ci hanno coccolato, letteralmente coccolato» svelano.
i selfie col regista
Ci son venuti a prendere alle 6.30 e ci hanno riportato indietro; ci hanno nutriti (tre panini ndr), ci siamo fatti le foto con Sorrentino, persona molto gentile. Anche Malkovich si è mostrato molto alla mano. È la prima esperienza di questo tipo», dice Cristina, un sorriso grande abbastanza da essere contagiosa. «Ci siamo ritrovati tutti a gridare “nooooo” e non sentivamo neanche a cosa rispondevamo. Non sarà facile dimenticare». Dice Franco: «Arriviamo da Povegliano. Io sono toscano di Vaiano. Siamo arrivati in camper, una scelta di vita con la pensione e la voglia di far fare tante esperienze a Cristina. Questa è stata speciale». Mario Sambin, veneziano, ex dipendente della Biennale e attualmente giardiniere, non è alla prima esperienza di questo tipo: «La prima volta? No, no», precisa fiero. «Avevo già fatto The Tourist, quello con la Jolie e Jonny Depp girato anche a Venezia Qui ho fatto la parte di un cameraman. Contento? Sì, perché non ho fatto solo parte di una folla, ho fatto un mini-ruolo, un po’ più del figurante. Lo faccio per hobby e qualche volta ho dovuto impormi per essere preso. Devi far vedere che ci tieni e allora capiscono che puoi dare di più, che vuoi farlo. Sorrentino? Un tipo incredibilmente alla mano. Sì, con lui mi sono anche fatto il classico selfie, ma non posso passarvelo perché abbiamo sottoscritto un patto: niente foto dall’interno del set, non deve uscire niente, neanche il selfie con il regista che si potrebbe fare anche per strada». Poi iniziano ad arrivare i pullman e i “reduci” si scattano le foto di gruppo. Giornata da ricordare. Assolutamente. –
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