Sul letto del Lierza la frana di 9 mesi fa

REFRONTOLO. C’è ancora una frana di gennaio nel letto del torrente Lierza. Oltre 500 metri cubi di roccia erano ceduti, bloccando il corso d’acqua: molti residenti hanno denunciato, fin dalle ore immediatamente successive alla tragedia del 2 agosto, che oggi, nove mesi dopo, molti di quei massi sono ancora lì. La situazione, anzi, è peggiorata: le piene hanno generato un nuovo smottamento. Sarà l’autorità giudiziaria a stabilire eventuali (e tutte da dimostrare) correlazioni con la tragica piena di quella notte, anche perché il Genio Civile era intervenuto già il 31 gennaio per ricavare uno spazio per l’acqua. I residenti, però, vorrebbero che quei massi venissero allontanati una volta per tutte, anche per scongiurare un potenziale “effetto diga” nella prossima stagione autunnale, ormai alle porte. Il punto preciso in cui si è verificata la frana è praticamente a metà tra i Comuni di Pieve e Refrontolo. Escavatore e motoseghe erano entrati in azione, dopo la piena (con relativa esondazione) di gennaio, circa un chilometro più a valle rispetto al piazzale delle feste al Molinetto. La scelta è stata di non rimuovere i massi caduti, ma di spostarli e “aggirarli”, ricavando quindi uno spazio per l’acqua. L’amministrazione attuale di Refrontolo conferma che qualsiasi intervento, non solo la frana in questione ma la pulizia dell’intero letto del fiume, sarà a carico del Genio Civile. L’ex amministrazione, in carica fino a maggio, ricorda invece che la frana si è staccata in territorio di Pieve di Soligo. Accetta di spiegare nel dettaglio i fatti Claudio Lucchet, ex assessore ai Lavori pubblici: «Ricordo che il giorno dopo quella frana, sia noi che i cittadini avevamo chiamato il Genio Civile, anche se non sarebbe stato compito nostro. Loro hanno mandato subito una ditta, che ha spostato i massi perché l’acqua, che era esondata, tornasse a correre all’interno del letto del fiume. Con le ultime piogge, però, il fronte franoso si è mosso ancora, e dovrà ancora intervenire il Genio Civile». I geologi Antonio Della Libera e Gino Lucchetta, pochi giorni dopo la frana, avevano confermato che analoghi smottamenti (causati dallo “scavo” quotidiano del Lierza sulla collina) si erano già verificati nel 1996 e nel 1997. Complice anche la paura derivata dalla tragedia del 2 agosto, oggi chi abita in via Molinetto vuole soluzioni radicali: non solo un “varco” per il passaggio del torrente, ma un lavoro profondo di pulizia degli argini e delle sponde, e di rimozione di rocce e detriti. (a.d.p.)
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso