Sul Grappa, nella malga degli asini dove l’ex allevatore educa i bimbi alla natura

TREVISO. È una malga a tutti gli effetti, ma dopo dieci minuti che Gino Andreatta ti ha accolto in cucina, ci si accorge subito che dietro l’apparenza si cela qualcosa di molto particolare. Originario di Bella Venezia, Gino, sulla sessantina, ha sempre fatto l’allevatore. Poi il trasferimento in Malga Campocroce, l’unica del Grappa che invece delle mucche si circonda di asini. Molti la conoscono proprio con questo nome: la malga degli asini.
Capanne e natura. Da quando vive a Campocroce, Gino è riuscito a dare vita a una rete virtuosa di appassionati della montagna, artisti, musicisti e persino sperimentatori. In pochi anni la malga è diventata un giardino a cielo aperto dove si possono trovare capanne mongole e sperimentatori, come Giampietro, che costruiscono capanne “geodetoiche”, cupole in bambù che possono contenere una cinquantina di persone, a zero impatto ambientale.

Da un anno a questa parte, Gino, si è anche impegnato nel costruire un percorso naturalistico rivolto ai bambini dell’asilo e delle elementari: il “sentiero dei bambini”, quaranta minuti di cammino tra boschetti, laghetti, orti, asini, cavalli, tane. Un percorso circolare che attraverso degli appositi cartelloni fiabeschi insegna ai bambini l’amore per la natura, il rispetto degli animali ed il senso dell’amicizia. «Si tratta di un percorso pedagogico che abbiamo appositamente realizzato per i bambini», spiega Gino Andreatta, «cerchiamo di dare vita a un luogo capace di trasmettere alcuni valori essenziali, come la sostenibilità, la sobrietà, l’autoproduzione, l’amore per l’arte, con la prospettiva di andare oltre al semplice concetto di profitto». Non solo morlacco e bastardo del Grappa, ma anche passione e cura per il territorio.

Sempre aperto. A prova di questo, e di molto altro, Gino, che vive in Malga con la compagna Nicoletta e la figlioletta di pochi mesi, ha deciso che la malga deve sempre restare aperta: «Niente è chiuso a chiave. Chiunque può venire, servirsi, trovare un posto caldo, un luogo sereno per trovare ristoro». Nella Malga di Campocroce ci sono libri, giornali, chitarre, asini che entrano in salotto e che cercano di essere accarezzati come dei teneri cagnolini. «A volte vengono dei gruppi musicali di giovani ragazzi dalla pianura e si mettono a suonare nella sala degli ospiti», spiega Gino. Un’isola felice che interagisce e influenza il mondo esterno. Anche questo è uno degli scopi del “sentiero dei bambini”.
Il festival. Nasce con questi presupposti l’associazione Sca, Scuola di concordia e armonia, in Malga Campocroce. Grazie al mini-festival delle “arti e dei mestieri antichi”, ogni anno i primi di settembre, e al festival “Ballando con gli asini”, in primavera, Gino cerca di mettere insieme tradizione e nuovi stili di vita. Sopra il tavolo della cucina c’è un giornale capovolto. È “Le monde diplomatique”. Gino sorride, e va a preparare un buon piatto di morlacco e salame anche per i due escursionisti che sono appena arrivati.
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