Spresiano, lo choc della pizzeria: «Maria Vittoria era già venuta qui, escludiamo una contaminazione»

SPRESIANO. «Questa tragedia ha profondamente scosso me, il mio staff e la mia famiglia. Siamo stretti attorno alla famiglia, nel dolore che porta con sè questa disgrazia». Il titolare della pizzeria di Visnadello in cui Maria Vittoria Salvadori, venerdì scorso, si è sentita male, si rivolge così direttamente a papà Mauro e mamma Lina. Sino ad ora non ha ancora trovato la forza di andarli a trovare, «ma intendo farlo appena la situazione sarà diversa, appena questo momento di lutto sia meno pesante».
Nel frattempo, in segno di rispetto, ha anticipato la chiusura per ferie della sua attività commerciale di una settimana. La pizzeria, dopo venerdì sera, non ha più riaperto. E resterà chiusa per almeno altre due settimane.
«È il minimo che potessimo fare, nel rispetto di una famiglia che stimo profondamente, fatta di persone integerrime come poche ce ne sono al giorno d’oggi» aggiunge commosso il titolare, Adriano: «Il tutto nell’attesa di poterli incontrare ed abbracciare al più presto. In questo momento tutto il nostro staff è stordito, siamo profondamente scossi nell’animo, compresa la mia famiglia, e non possiamo che pensare a Maria Vittoria e ai suoi genitori. Loro, per noi, prima che clienti sono persone che stimo: per questo, ora, non posso che dir loro di essere devastato, profondamente affranto per questa tragedia».
La pizzeria dell’uomo, molte altre volte, aveva avuto tra i propri clienti la famiglia di Maria Vittoria. Titolare e personale erano a conoscenza dell’allergia alle proteine del latte della giovane e per questo, in ogni occasione, avevano seguito tutte le prassi per evitare che il cibo della ragazza venisse anche minimamente contaminato da latticini.

E così, secondo le testimonianze della pizzeria, è andata anche venerdì sera: il piatto portato a Maria Vittoria, con una semplice pizza con la passata di pomodoro a cui la giovane aveva aggiunto delle patate fritte, non aveva alcun tipo di latticino. I primi che hanno evitato accuse all’attività di Visnadello, all’indomani della tragedia, sono stati gli stessi familiari della ragazza. «L’allergia, venerdì, ha raggiunto davvero una forma violenta» aveva detto subito lo zio di Maria Vittoria, Paolo Manzan, «potrebbe essere stata innescata da qualsiasi causa. Non ci sentiamo, pertanto, di puntare il dito contro nessuno, tantomeno contro la pizzeria in cui stava mangiando con gli amici, dove era già stata e dove sapevano della sua problematica».
Problematica che, da tempo, era gestita con tutte le attenzioni e precauzioni del caso. E che non aveva mai creato problemi: qualche crisi c’era stata, ma nulla che facesse presagire la tragedia di venerdì sera. Una tragedia che ha colpito e sconvolto tutta la comunità, a cominciare dalla pizzeria dove Maria Vittoria ha trascorso le ultime ore della sua breve vita. Ieri, nel locale, la sofferenza era tangibile.
«Il dolore è davvero grande», prosegue Adriano che naturalmente si interroga - come tutti - su cosa possa essere successo - Sono sicuro, al pari di tutte le altre volte in cui Maria Vittoria ha mangiato da noi, che non c’è stata alcuna contaminazione. In questo momento, però, voglio lasciare spazio solo alla vicinanza umana, sincera, alla famiglia. Il loro dolore è il nostro».
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