Spese del macello I Comuni vicini non aiutano Oderzo

ODERZO. I Comuni dell’Opitergino Mottense non sosterranno nel breve termine le spese per il funzionamento del macello comunale di Oderzo. Questo è ciò che è emerso dal consiglio comunale di venerdì sera, durante il quale è stata aperta una parentesi sui 30mila euro spesi da Ca’ Diedo sull’impianto del foro boario nuovo. L’amministrazione comunale, con quei soldi, ha realizzato un sistema di chiusure automatiche degli scarichi e una vasca atta a contenere i reflui degli animali. A chiedere alla giunta guidata da Maria Scardellato di attivarsi per ottenere una ripartizione delle spese fra Oderzo e i Comuni vicini i cui cittadini si servono dei servizi del macello è stato il capogruppo Alessandro Battel. Il rappresentante del Pd ha messo in chiaro di ritenere necessario il macello: «Ma questa è un’attività non redditizia per il Comune» ha fatto notare «Non è possibile raccogliere i dati sulle persone che si servono del macello e chiedere un aiuto ai Comuni vicini al fine di sostenere le spese?». È stato l’assessore Vincenzo Artico ad ammettere come il tentativo con le amministrazioni vicine sia già stato fatto: «In ambito Ipa abbiamo fatto una mossa in tal senso, ma è difficile che vogliano partecipare alle spese del macello: anche loro hanno i loro problemi di bilancio», ha spiegato. Eppure, da un’analisi è emerso che nella stragrande maggioranza dei casi, i fruitori del macello provengono da fuori Oderzo. Vengono insomma da Comuni in cui il settore primario occupa una fetta proporzionalmente maggiore nell’economia di quei paesi.
Alcuni allevatori arrivano a Oderzo persino dal Veneziano: «È comunque fondamentale mantenere in attività il macello» ha concluso Artico «La sua attività evita la macellazione in nero dei capi e consente di abbattere gli animali che abbiano difficoltà anche fisiche». —
N.B.
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