Sparò al rivale, il pm: tentato omicidio

Caerano. La lite finita in tragedia nel piazzale della discoteca Max. Il cementista di Altivole accusato anche di ricettazione: la pistola era rubata. Christian Visentin esplose 8 colpi contro Rudy Marconato, 5 andarono a segno
MONTEBELLUNA. Christian Visentin rischia di finire a giudizio con l'accusa di tentato omicidio premeditato. Il magistrato Antonio De Lorenzi ha infatti chiuso le indagini relative alla sparatoria dello scorso primo aprile, quando il 27enne cementista di Altivole esplose 8 colpi di pistola contro Rudy Marconato, piastrellista 37enne di Caerano, centrandolo cinque volte all'inguine e al basso ventre. Alla vittima non è stato riscontrato il pericolo di vita (le ferite sono state giudicate guaribili in meno di quaranta giorni da medici dell'ospedale di Castelfranco) ma le lesioni ne avrebbero potuto causare la morte. Subito arrestato dai carabinieri, a carico di Visentin, difeso dall'avvocato Alessandra Nava, anche l'accusa di ricettazione per il possesso dell'arma, risultata rubata.


Erano le 3 di notte di inizio aprile: a Caerano, in via Padova, nel parcheggio della discoteca Max, scoppia una zuffa tra Rudy Marconato e Christian Visentin. Tra i due ci sono screzi per via della nuova compagna di Rudy, che era la fidanzata di un amico di Christian, e forse anche per soldi. Otto colpi di pistola, ben 5 a segno. Un'esecuzione che si avvia al dibattimento in aula dopo l'avviso di chiusura indagini, che solitamente precede il rinvio a giudizio. Christian Visentin - assistito dall'avvocato Alessandra Nava - è poi rimasto in carcere: lo ha deciso il giudice per il pericolo della reiterazione del reato. O nei confronti di Rudy Marconato, l'uomo che ha ferito con cinque proiettili, o del fratello di quest'ultimo, Christian. Una questione di conviventi e di ex conviventi sembra all'origine del fatto. Per l'avvocato di Visentin al suo assistito non andava giù che l'ex convivente, che ha una figlia di tre anni, frequentasse l'ambiente di Marconato. Per la famiglia Marconato l'obiettivo di Visentin era l'altro figlio: anche la zuffa di due mesi prima era nata perché Rudy era andato a proteggere il fratello.


«Visentin voleva fargliela pagare ai Marconato. Ha trovato Rudy e gli ha sparato - ha spiegato il padre, Renato Marconato - se avesse trovato invece Christian avrebbe fatto la stessa cosa». Rudy Marconato è subito uscito dalla Rianimazione ed il suo legale, Valentino Cirri, ha annunciato per tempo che si sarebbe costituito parte civile al processo. «Rudy è persona offesa e si costituirà parte civile - ha spiegato l'avvocato Cirri - aggiungo che Rudy Marconato non ha commesso nulla, non ha minacciato nessuno, è estraneo a qualsiasi fatto ed è la vittima di ciò che è successo quella notte nel parcheggio a Caerano». Tra le accuse a carico di Visentin anche quella ricettazione, per aver rubato quattro anni fa una pistola - una Glock calibro 9 - che apparteneva all'imprenditore Giannino Venerandi. Visentin avrebbe infranto il finestrino dell'auto di Venerandi, portandosi poi via l'arma, custodito all'intenrno di un borsello. Visentin ha detto ai carabinieri che la sera della sparatoria era stato raggiunto da una telefonata di Marconato: «Ti incendiamo la casa, ti ammazziamo». Inoltre, a febbraio c'era stato uno scontro fra i due. Marconato era tornato da Visentin con otto rumeni e gli aveva devastato la casa.

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