Sos agli inquirenti: «Cercatela sempre»

PAESE. «Mai perdere le speranze di trovare Marianna». Sono le parole di Gilda Milani Bianchi, presidente della sezione veneta di “Penelope Italia”, l'associazione nazionale che raduna familiari e amici delle persone scomparse. E dall’associazione parte l’appello perché si continui a cercare sempre, senza trascurare nessun dettaglio, nessuna pista. Domani, 27 marzo, sarà passato un mese da quel 27 febbraio, quando Marianna Cendron, cuoca di 18 anni, è sparita nel nulla. In queste settimane le ipotesi sul destino della ragazza si sono susseguite: dalla fuga volontaria al suicidio, dall'incontro sbagliato all'incidente stradale. Diverse le segnalazioni di Mary giunte alle forze dell'ordine dalla zona di Mestre, a San Giorgio in Bosco (Padova) e nel Vittoriese. Per mamma Emilia e papà Pierfrancesco, chiusi nella loro casa in via Treforni, è stato un mese di angoscia e paura. «Sappiamo che le forze dell'ordine stanno lavorando», si limita a dire la madre. «È normale che la famiglia possa pensare il bene o il male per il proprio caro scomparso. Ma finché non c'è un dato reale in mano, non bisogna mai perdere la speranza», spiega la presidente di “Penelope” Veneto, mamma di Milena Bianchi, la ragazza bassanese scomparsa il 23 novembre 1995 a Nabeul, in Tunisia, e trovata morta dopo un anno e mezzo. «Mai dare nulla per scontato, è importante scavare nella vita dello scomparso: un minimo particolare può rivelarsi una pista», continua Gilda Milani Bianchi, «nel caso di Marianna, è importante che gli inquirenti si siano mossi da subito. È fondamentale riuscire a tenere alta l'attenzione sulla scomparsa». Proprio per questo la foto e le informazioni su Mary girano da settimane in Rete e sui social network. Sono stati affissi manifestini, per lei si è pregato nel corso di una messa. Ma della bella diciottenne, nessun indizio, nessuna traccia, nessuna chiamata. E l'angoscia cresce.
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