Smog, i medici: «A Treviso usate solo mascherine adatte». Ecco dove e quanto

Sconsigliato fare sport di sera: si respirano troppi inquinanti per colpa dei riscaldamenti domestici
ZAGO AG.FOTOFILM TREVISO MASCHERINE ANTI SMOG IN CITTA'
ZAGO AG.FOTOFILM TREVISO MASCHERINE ANTI SMOG IN CITTA'

TREVISO. Una ricetta per mettersi al riparo dallo smog che attanaglia Treviso non esiste - se non andarsene in montagna - ma certo ci sono alcuni comportamenti che possono ridurre l’esposizione alle polveri sottili. .

jogging a rischio

Uno dei primi: non andare a correre all’aperto. Eppure ogni giorno si vedono ancora molte persone che la sera, dalle 18 in poi, quando la quantità di particelle ricomincia a salire, i riscaldamenti delle case si riaccendono e le auto intasano il Put, corrono tra i giardinetti e le mura. «Non fatelo», dice il dottor Brunello Gorini, presidente della Fimmg di Treviso, «è una delle cose da evitare. Se si vuole fare attività fisica, la si faccia al chiuso o dove sappiamo non esserci inquinamento. Si evitino almeno il Put e le mura cittadine».

le mascherine

In altre zone del mondo, Cina, Hong Kong, Stati Uniti, è comune incontrare persone che indossano mascherine mentre passeggiano in città, anche con livelli di smog inferiori rispetto a quelli fatti registrare in pianura Padana in questo inizio 2020. A Treviso invece è un’immagine rara, anche tra coloro che praticano sport quotidianamente. Il dottor Bruno Di Daniel, segretario dello Snami, al contrario, invita a «indossare la mascherina. Non quelle di stoffa, ma quelle antismog, che limitano il contatto con il particolato». La spesa per acquistarle è di poche decine di euro, con una ventina se ne può acquistare una di buon livello, si può arrivare a spendere il doppio se si cercano anche la moda e le griffe. Non sono facili da reperire nei negozi, anzi sono quasi introvabili. Anche in farmacia. Si possono acquistare in qualche punto vendita di bici sportive e di moto, in quanto tutto l’anno vengono utilizzate da chi è costretto a stare a contatto con i gas di scarico delle auto. In internet invece c’è l’imbarazzo della scelta. Si tratta di mascherine diverse da quelle di semplice stoffa: sono realizzate polipropilene, e sono dotate di filtri ai carboni attivi, da sostituire periodicamente.

ZAGO AG.FOTOFILM TREVISO MASCHERINE ANTI SMOG IN CITTA'
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i filtri

I filtri costano una decina di euro per un pacchetto da 8-10 pezzi. Le mascherine vengono classificate in base alla loro efficacia, i codici europei sono Ffp1, Ffp2, Ffp3; dove l’ultimo è quello in grado, sulla carta, di bloccare la quantità maggiore di particelle, ben il 98%, Pm10 ma anche le più piccole Pm2,5 comprese. Altra classificazione che si può trovare è N95 e N98, dove il numero sta per la percentuale di particelle trattenute. Ne sono disponibili anche N99 e N100, ma sono utilizzate per chi lavora con prodotti chimici. Non risolveranno completamente il problema, ma certo possono ridurlo a detta di molti medici. «Abbiamo la consapevolezza che i bimbi nei passeggini sono esposti allo smog, perché si trovano alla stessa altezza dei gas di scarico, ma vedo che manca la consapevolezza che il problema lo vivono anche gli adulti», continua Gorini. «Sia chiaro: fumare fa più male che respirare questo smog. Ma se per smettere di fumare è sufficiente una scelta individuale, per lottare contro lo smog servono politiche più ampie. Investire su piste ciclabili e sul trasporto pubblico per esempio». Proprio nella seduta del consiglio di mercoledì sera, l’Ordine dei medici ha deciso di partecipare a un convegno organizzato dall’Arpav per il 18 febbraio alle 14.30 nella sede dell’agenzia regionale, dove si parlerà con esperti, medici e professionisti di come dare un cambio di rotta sul tema dell’inquinamento. —

Federico Cipolla

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