Smart Paper di Castelfranco, 61 rischiano il licenziamento
Perse le commesse del principale cliente Enel Energia, ora l’azienda rischia di dimezzare l’organico di 130 dipendenti

Sessantuno dipendenti su 130 a rischio licenziamento alla sede castellana della Smart Paper, già, Smartest, azienda specializzata nelle soluzioni per l’archiviazione ed elaborazione elettronica di documenti. I lavoratori oggi saranno in sciopero e parteciperanno a un presidio davanti alla sede in piazza Serenissima.
I problemi dell’azienda che ha la sua sede legale e una sede produttiva in provincia di Potenza, oltre a quella castellana, sono legati alla perdita del principale cliente, ovvero Enel Energia, che ha affidato il servizio a un’associazione temporanea di imprese composta da Accenture e dalla materana Dataconctat.
«Senza nessuna ufficialità a oggi in relazione all’apertura dello stato di crisi aziendale o all’annuncio di esuberi – dice Massimo Baggio della Fiom Cgil di Treviso – pare che Smart Paper, dopo la scadenza del 30 settembre, guardi al dimezzamento della forza lavoro, 61 lavoratori per il sito castellano. Come sindacato siamo persuasi all’idea che a favore dei dipendenti di Smart Paper si dovrebbe applicare un giusto accordo tra tutti i soggetti coinvolti che consenta alla nuova associazione temporanea di impresa di garantire la continuità lavorativa per tutta la platea dei lavoratori e delle lavoratrici, oltre al rispetto dei contratti di primo e secondo livello».
Lo sciopero per ottenere un tavolo di trattativa si terrà anche negli stabilimenti di Potenza. Quella della Smart Paper è l’ultima crisi aziendale che riguarda una realtà della Castellana.
Le altre crisi aziendali
Si è fortunatamente risolto quella della Berco dove si paventavano licenziamenti nello stabilimento di Copparo e un ridimensionamento se non una dismissione della sede di Castelfranco. La decisione di Thyssen Krupp pare essere invece quella di coinvolgere realtà terze nello stabilimento di Borgo Pieve.
Ha visto invece la chiusura dello stabilimento Lapitec la crisi della Breton di Castello di Godego. La sede produttiva di Vedelago ha conosciuto un periodo di progressivo “spegnimento” della produzione. Il confronto con la Regione ha permesso di gestire le prospettive occupazionali di 70 lavoratori scongiurando l’ipotesi di licenziamenti unilaterali. L’accordo prevede il trasferimento di 15 dipendenti nello stabilimento Breton di Castello di Godego, 39 uscite volontarie con incentivi e accompagnamento tramite le politiche attive regionali, oltre all’accesso agli ammortizzatori sociali per i 16 lavoratori ancora in carico all’azienda, con copertura fino a fine anno. sono già in corso trattative per una possibile cessione dello stabilimento a terzi, con l’obiettivo di una reindustrializzazione del sito. —
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