Si tuffa dalla piattaforma di Jesolo, ragazzo di Oderzo rischia la paralisi

ODERZO. Voleva centrare il buco di un salvagente a ciambella: ora un 26enne di Oderzo rischia la paralisi. Dramma a Jesolo: il ragazzo si è tuffato da una piattaforma in mare, all’altezza di Largo Augustus, sullo specchio d’acqua vicino a piazza Mazzini. Il giovane, M.B., è ora ricoverato in gravissime condizioni all’ospedale di Treviso.
L’incidente. L’incidente in mare, ieri verso le 18, è avvenuto a un centinaio di metri dalla riva, su una delle grandi piattaforme galleggianti utilizzate per prendere il sole. Sembra che il 26enne, che si trovava in spiaggia in compagnia del fratello e del cognato, entrambi di Oderzo, si sia tuffato dalla piattaforma impattando su una ciambella salvagente che galleggiava esattamente davanti. Il suo intento era probabilmente di centrare il buco del salvagente, ma ha compiuto un movimento anomalo lesionandosi la colonna vertebrale.
L’impatto con il salvagente è stato dunque fatale, causando una probabile lesione alla spina dorsale. Il fratello e il cognato si sono subito accorti che era in difficoltà a pelo d’acqua, infilatosi nel salvagente e incapace di muoversi e nuotare. Assieme ad altri bagnanti hanno dato l’allarme, trascinandolo sulla piattaforma.
I soccorsi. Sul posto sono arrivati i sanitari del 118, quindi l’elisoccorso del Suem atterrato poco distante dalla spiaggia con il medico a bordo calatosi sulla spiaggia. Sono dunque giunti i militari della guardia costiera di Jesolo a bordo della loro imbarcazione in dotazione, con il comandante, tenente di vascello Francesco Sangermano, per per aiutare i soccorritori.
Il ragazzo era già sulla piattaforma dove sono stati condotti subito anche i sanitari con il mezzo della guardia costiera. I militari hanno accompagnato senza perdere tempo un medico e un paramendico per accertare le condizioni di M.B.
Le condizioni. La vittima del tuffo non muoveva gli arti inferiori e a fatica riusciva a controllare gli arti superiori. È stato dunque stabilizzato, issato a bordo dell’ elicottero e trasferito d’urgenza in volo all’ospedale di Treviso. I sanitari si sono riservati la prognosi. Il sospetto è che abbia riportato una lesione al midollo spinale. Al momento non escludono gravi conseguenze a livello motorio.
Le piattaforme. «Le piattaforme sul mare», spiega il comandante Sangermano, «sono a circa cento metri da riva, con una profondità del mare di due metri e mezzo-tre metri, sono concepite per prendere il sole e ci sono molti cartelli che vietano di tuffarsi. L’episodio di ieri dimostra la grande pericolosità nel trasgredire questi divieti».
Dopo i tuffi dal pontile, che hanno causato conseguenze tragiche per molti giovani nell’acqua bassa, anche le piattaforme ora dimostrano la pericolosità di tuffarsi, nonostante il mare sia più profondo. Un gioco apparentemente innocuo, il tentativo di centrare il buco di un salvagente, ora potrebbe aver causato lesioni permanenti.
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