Si toglie la vita a 75 anni nel suo hotel

Domani l’hotel San Carlo di Ponte della Priula avrebbe dovuto riaprire i battenti dopo le ferie. Ma ieri è stato teatro di una tragedia immensa. Albina Trentin, 75 anni, titolare e volto simbolo dell’albergo e notissima non solo tra i residenti della frazione, ha deciso di togliersi la vita dopo essersi chiusa nel bagno dell’abitazione adiacente la struttura.
Erano le 14. A scoprire il corpo sono stati i familiari, il figlio in primis, che due giorni fa era tornato dalle ferie in vista della riapertura dell’albergo. Fino a pochi minuti prima Albina stava facendo alcuni mestieri, poi è salita in bagno e si è chiusa dentro. Quando i familiari l’hanno chiamata e lei non ha risposto si sono preoccupati, e quando hanno scoperto che la porta del bagno era stata chiusa dall’interno e lei non rispondeva alle loro grida hanno deciso di sfondare. Quando i cardini non hanno più retto,si è svelato il dramma, in tutta la sua crudezza.
Albina si era tagliata di netto la carodite con una lama ed era crollata nella vasca da bagno. Nel piccolo locale il sangue e l’orrore. Immediata la telefonata al 118 che ha inviato sul posto un’automedica e un’ambulanza, arrivate a sirene spiegate, attirando l’attenzione dei vicini che hanno visto i medici correre dentro la porta dell’albergo con le tende ancora tirate. Una corsa inutile. Per l’anziana infatti non c’era più nulla da fare, era morta dissanguata in pochi istanti.
La scena, l’arma, l’assurdità di un suicidio di tal genere hanno indotto i medici a trasmettere immediatamente la segnalazione ai carabinieri di Conegliano che sono arrivati sul posto in pochi istanti facendosi seguire dal nucleo scientifico per i rilievi del caso.
Sono stati i militari, dopo una prima attenta analisi, ad escludere che quanto avvenuto in bagno non fosse un incidente domestico o peggio il frutto di una violenta aggressione. A far crollare ogni dubbio poi il biglietto ritrovato in casa e scritto di suo pugno dal’anziana prima di togliersi la vita. Poche dolorosissime righe, tante scuse e richieste di perdono rivolte al fratello Giovanni che con lei era intestatario della società che gestisce l’Hotel, ai figli Sandro e Paola; l’uno responsabile ormai da anni della struttura, l’altra insegnante nella vicina scuola elementare.
Davanti all’hotel lo choc dei vicini di casa, degli amici, dei tanti conoscenti della donna, una vera istituzione in tutta Ponte della Priula anche per il suo indefesso impegno all’interno dell’albergo. «Ultimamente si vedeva poco in giro, era dimagrita molto» raccontano i dirimpettai, «forse non stabva bene». Ad averla indotta la folle gesto «non ragioni di natura economica», chiariscono i carabinieri, ma il forte stato depressivo per il quale stava tentando di curarsi da tempo, forse indotto da una malattia. Il dolore, la sofferenza interiore, il senso di vuoto, nonostante l’amorevole sostegno dei famigliari, hanno forse fatto il resto inducendola a mettere fine alla sua vita, lasciando il vuoto in tutta la comunità.
I carabinieri, ripartiti i mezzi di soccorso che erano arrivati nella speranza di salvare la vita all’anziana, sono rimasti in sopralluogo fino a metà pomeriggio, dopo il sopralluogo del medico legale e fino all’arrivo dell’autobara che ha prelevato il corpo. Solo allora le gazzelle con i colori istituzionali si sono allontanate dal piazzale dell’albergo che guarda la Pontebbana. La famiglia sotto choc non ha varcato la soglia di casa fino a sera, quando sono arrivate le prime attestazioni di affetto da parte di parenti e amici più stretti. Nessuno immaginava nemmeno lontanamente che Albina potesse spingersi a tanto. «Una donna forte» dice chi la conosce bene, «attiva, capace da sempre». «L’avevo vista ieri sera nei pressi della lavanderia» racconta una vicina, «era a lavoro, come sempre». Forse ad aprirle le porte oscure della depressione anche la morte del marito Gastone, scomparso ormai parecchi anni fa.
Le tende dell’hotel San Carlo, ieri, sono rimaste invece sempre chiuse. L’unica accoglienza, per due turisti stranieri a piedi che cercavano ospitalità e non immaginavano di trovarsi davanti tanta tragedia.
Ha collaborato
Diego Bortolotto
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