Si può tornare a fare legna sul Piave

CIMADOLMO. I cittadini dei comuni rivieraschi del Piave potranno raccogliere la legna dal greto del fiume, per le proprie necessità, fino ad un massimo di ottanta quintali pro capite. È quanto stabilisce una nota dell’unità organizzativa del Genio civile di Treviso, firmata dal dirigente Alvise Luchetta, inviata ai comuni rivieraschi, sulla base del provvedimento emanato dalla giunta regionale.
La procedura di raccolta di legna secca dal greto del Piave è stata riaperta dopo lo stop “biologico” emergenziale durato più di tre anni e adottato tra gli anni 2014, 2015 e 2016. «A seguito degli eventi di piena del fiume Piave, verificatisi tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018 – si legge nella nota diramata dall’Area tutela e sviluppo del territorio del Genio Civile – vista la presenza di legna secca all’interno del greto del fiume stesso (piante sradicate giacenti sull’alveo di scorrimento e lungo le sponde), l’ufficio ha disposto l’apertura dei termini per l’anno in corso, previa la presentazione della richiesta di concessione».
I cittadini interessati alla raccolta della legna potranno rivolgersi ai propri Comuni, che sono incaricati di raccogliere eventuali domande di raccolta legna, fino a un massimo di dieci domande per Comune, entro il 28 febbraio, avanzate dai privati residenti. I quantitativi autorizzabili non possono superare gli ottanta quintali pro capite, a uso proprio e non a uso commerciale. Tutto sarà subordinato al pagamento di 25 euro di canone demaniale.
I cittadini autorizzati alla raccolta di legna sono quelli appartenenti ai seguenti Comuni: Segusino, Pederobba, Valdobbiadene, Crocetta del Montello, Vidor, Moriago, Volpago, Giavera, Nervesa, Sernaglia, Susegana, Spresiano, Santa Lucia, Mareno, Maserada, Cimadolmo, Ormelle, Breda di Piave, Ponte di Piave, San Biagio, Salgareda e Zenson di Piave.
Del provvedimento regionale, per competenza, sono stati informati anche gli uomini del corpo dei carabinieri forestali di Treviso e la Provincia. La delibera non solo consente ai cittadini di rifornirsi di legna secca, ma è anche una buona opportunità per ripulire l’alveo del fiume dalle alberature e dai rami secchi che attualmente ostruiscono il naturale scorrimento delle acque del fiume sacro alla Patria dopo lo stop durato più di tre anni e adottato tra gli anni 2014 e 2016.
Alessandro Viezzer
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