Shopping immobiliare per il banchiere Bianconi

La moglie dell’ex direttore generale della commissariata Banca Marche scelse Treviso per acquistare in leasing un edificio da 1,5 milioni. Affittato il giorno dopo

TREVISO. I palazzi trevigiani fanno gola anche ai grossi manager bancari. È il caso dell’ex direttore generale di Banca Marche Massimo Bianconi, in questi giorni al centro delle cronache nazionali per il commissariamento dell’istituto. Ebbene, proprio a Treviso la moglie di Bianconi avrebbe fatto shopping immobiliare acquisendo in leasing un edificio da un milione e mezzo di euro, immediatamente affittato (il giorno dopo) a un istituto di credito.Lo ha rivelato nel numero di mercoledì scorso il Fatto Quotidiano che alle vicende di Banca Marche e dei suoi ex vertici ha dedicato due pagine. L’istituto è da mesi nell’occhio del ciclone sia per il commissariamento, sia per alcuni esposti inviati alla Procura di Ancona e relativi alla passata gestione. Gestione che si sarebbe caratterizzata per prestiti facili a favore di imprese in difficoltà (tali da mettere in ginocchio la banca) e per una serie di favori ai «figli di». E mentre i nuovi vertici stanno cercando di traghettare l’istituto (che conta 3 mila dipendenti e 300 sportelli) fuori dalla crisi, l’ex direttore generale Massimo Bianconi è finito al centro di una serie di accertamenti oltre che dei rilievi degli ispettori di Bankitalia.Tutte le sue attività sono state così passate al setaccio, comprese quelle private, estranee alla gestione della banca e riferite invece al patrimonio familiare. E, tra le varie operazioni, è venuta alla luce quella che collega il manager a Treviso (nella Marca, comunque, avrebbe alcuni parenti). Ebbene, stando a quanto riportato nel dossier del Fatto Quotidiano, la moglie del banchiere, Anna Rita Mattia, avrebbe scelto proprio la piazza trevigiana per un importante investimento immobiliare. Il 30 novembre 2006 la signora Bianconi avrebbe infatti firmato un contratto di locazione finanziaria per un immobile in città. Valore: 1,5 milioni di euro. Un prezzo importante, ma la signora sarebbe riuscita a rendere immediatamente produttivo l’investimento affittando il palazzo il giorno dopo. Scrive il Fatto Quotidiano che l’edificio sarebbe stato affittato per 12 anni alla Banca Popolare di Bari.

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