Sgominata gang delle rapine: 13 arresti

Lo avevano picchiato, malmenato, preso a pugni e calci in faccia e lasciato a terra privo di sensi e sanguinante. E’ partita dalla cruenta rapina ai danni del titolare della gioielleria Pendini di via Bafile, a Jesolo, l’indagine della Mobile di Venezia, che ha portato a 13 arresti e 16 persone denunciate per una serie di colpi nel CeNro Nord Italia: ben 8 nella Marca, ai danni di banche e gioiellerie. Era l’11 agosto 2010: il questore Fulvio Dalla Rocca aveva promesso che i delinquenti sarebbero stati presi. Così è stato. Ieri il capo della Mobile veneziana, Marco Odorisio, ha illustrato l’operazione «Bikers» che ha sgominato una associazione a delinquere a carattere familiare che colpiva nel Nordest e in Toscana: un gruppo di giostrai e due «gagi» (i non sinti) .
Ben 14 le rapine in banca, 1 in gioielleria, 2 rapine a persone e 5 furti: in tutto 22 colpi, per un bottino che supera il milione. La Procura di Venezia ha chiesto e ottenuto dal Gip il disco verde a 13 ordinanze di custodie cautelari (9 in carcere e 4 ai domiciliari).
Le indagini iniziano subito dopo la violenta rapina, che manda Pendini in ospedale, dopo aver visto razziato preziosi per 450 mila euro. I fotogrammi delle telecamere mostrano due persone, la prima coperta quasi fosse inverno, per non mostrare i tatuaggi, la seconda, il picchiatore folle, con un naso prominente e un panama in testa. Le indagini si concentrano su due giovani e soprattutto sul «gagio» del gruppo, il violento. Ma anche su una moto Cbr nera e potentissima parcheggiata vicino al Bounty, un noto locale, che serve per la fuga. I sospetti convergono su una famiglia di giostrai e su Stefano Cervellin di Bassano, 36 anni, Charly dell’Innocenti e Natalino Bottega. Il lavoro certosino porta a riconoscere quel naso prominente in altri colpi, anche se il giovane è camuffato diversamente.
La chiave di volta è la rapina del 5 aprile scorso alla filiale della Popolare di Vicenza di Stretti di Eraclea. Bottino magro: 8 mila euro. Ma uno stock di banconote (330 euro) è segnato. Qualche tempo dopo una donna che poi si scopre essere la convivente di Cervellin - ora è indagata in stato di libertà – dà in escandescenze in un bar: la polizia la perquisisce trova le banconote segnate. Da qui i controlli: emerge subito che Cervellin possiede una Cbr nera.
E’ la svolta che inchioda i dueh anche per le rapine di Gorgo e Bassano. Quando Cervellin viene arrestato per un cumulo di pene, al suo posto entra nel gruppo un altro non sinti, stavolta giovanissimo, Mattia Tacchi: ricoprirà il medesimo ruolo, ripetendo il copione, travestendosi di volta in volta. Il 1° agosto tentata rapina a San Giorgio delle Pertiche: il ragazzo indossa una parrucca, ma non funziona. La più recente, ad Arezzo il 4 novembre, quando una dipendente dell’ospedale viene rapinata all’uscita dal lavoro.
Nel gruppo, che agiva con modalità ben precise, senza lasciare nulla al caso, un ruolo centrale spettava alle donne. Erano «pizzini » in carne e ossa, portavano gli ordini ai componenti della banda; o usavano telefoni pubblici – mai cellulari – per non essere rintracciate. Avevano poi il compito di versare parte del ricavato degli assalti in conti correnti bancari e postali .
Particolarmente efferate le modalità delle rapine dalla banda:, a Valeggio del Mincio la banda aveva derubato una anziana per strapparle la pensione di soli 100 euro, lasciandola a terra dopo averla selvaggiamente colpita. I reati contestati alla banda sono associazione a delinquere, rapina aggravata, furto, ricettazione e porto abusivo d’armi. E la polizia sta braccando l’ultimo componente della banda.
Marta Artico
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