Sexy ricatto alla maestra «Filmati hard al preside»

«Se provi a lasciarmi mando alla scuola i video dei nostri incontri intimi» Uomo a processo per violenza privata e ingiurie. E forse c’è anche stalking
Di Fabio Poloni
PASSERINI TREVISO NUOVA BANDIERA SAN MARCO TRIBUNALE TREVISO AGENZIA FOTOGRAFICA FOTO FILM
PASSERINI TREVISO NUOVA BANDIERA SAN MARCO TRIBUNALE TREVISO AGENZIA FOTOGRAFICA FOTO FILM

SAN FIOR. «Se provi a lasciarmi, mando i nostri filmati hard al preside della scuola in cui lavori e ai tuoi colleghi insegnanti». È nata come un’amicizia via chat tra una maestra di scuola elementare e un uomo di qualche anno più grande. È sbocciata in una relazione sentimentale. È finita in un incubo, con lei che voleva troncare il rapporto dopo aver scoperto che lui era sposato, e lui che l’ha minacciata: se lo fai, spedisco a scuola i filmati dei nostri rapporti intimi.

A processo per violenza privata e ingiurie è finito Calogero Bellanti. Ieri il giudice ha però disposto il reinvio degli atti al pubblico ministero: secondo il magistrato si potrebbe configurare il reato di atti persecutori (stalking).

La vicenda inizia nel 2010. A raccontare il suo dramma personale, ieri in aula di tribunale, è stata la stessa donna. Parole che le uscivano a fatica, tra l’imbarazzo e il dolore per essere finita al centro di una vicenda del genere. La donna insegna in una scuola primarie del Coneglianese. Ha conosciuto «Marco» in chat. Due chiacchiere, qualche scambio di battute, una relazione virtuale che poi si fa sempre più fitta, stretta. «Parlavamo di tutto, dall’attualità allo sport fino alla politica», ha detto la maestra al giudice. I contatti diventano all’ordine del giorno, sempre sulla stessa chat. Alla fine lui le chiede di poterla incontrare. I due si danno appuntamento in un locale pubbico. Si conoscono, si piacciono. Sembra una storia come tante altre: una relazione virtuale che diventa reale, un’affinità nata sulla tastiera e cresciuta fino a trasformarsi in passione. I due si frequentano, nasce una relazione sentimentale. Una bella favola, insomma. La maestra è separata, Marco pure. Almeno, così le dice.

Da favola a incubo il passo è brevissimo. Un giorno la donna, mentre è a casa di Marco, nota che sulla corrispondenza dell’uomo c’è il nome di Calogero Bellanti. Gli chiede spiegazioni, lui ammette: Marco non è il mio vero nome. Incalzato dalla donna, ammette di non essere neppure separato, è sposato. Lei allora decide: basta, non ci vediamo più.

Non è così semplice, però. Lui si fa insistente, secondo la denuncia della donna. Troppo: continua a chiamarla, a volerla vedere. Quando lei oppone resistenza, lui la minaccia: ho fatto dei filmati dei nostri rapporti sessuali, li mando al preside se mi lasci. «Mi diceva anche di avere una pistola», ha raccontato la donna al giudice, «e di volersi suicidare. Non ce la facevo più». Quando nel mirino dell’insistenza di Bellanti è finito anche il figlio della donna, lei ha deciso di dire davvero basta. E lo ha denunciato ai carabinieri.

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