La diocesi apre la casa degli oblati per i senzatetto di Santa Maria del Sile
La decisione della Chiesa trevigiana in vista dell’emergenza freddo. La struttura in viale Fratelli Bandiera oggi è libera. Gli ospiti, in tutto una decina, saranno identificati

Sarà la casa dei sacerdoti oblati diocesani ad accogliere, da metà novembre, una decina di persone senza dimora, per far fronte al disagio del freddo invernale, in aggiunta ai diversi progetti messi in campo dal Comune e dalla Caritas di Treviso.
Si tratta di un’accoglienza straordinaria notturna, gratuita, per una decina di persone senza dimora, sostenuta dalla parrocchia di Santa Maria del Sile, d’intesa con la diocesi di Treviso, che è proprietaria dell’immobile. La struttura, attualmente libera dalla residenza dei sacerdoti, è situata in viale Fratelli Bandiera, all’interno dell’abitato nei pressi della rampa di discesa del cavalcavia del Terraglio.
Per l’accoglienza sarà utilizzata una parte dell’immobile, e il servizio verrà gestito da un operatore della cooperativa La Esse e da volontari che fanno riferimento alla parrocchia di Santa Maria del Sile che da mesi ha aperto le porte ai senzatetto con una scelta, da parte del parroco, don Giovanni Kirchner e del consiglio pastorale, che aveva causato non pochi attriti con la politica cittadina, leggi centrodestra, ed alcuni residenti.
«Saranno garantite l’accoglienza notturna e la colazione», specifica la diocesi, «e gli ospiti verranno individuati tra chi era accolto presso la parrocchia di Santa Maria del Sile e rimarrà fisso fino alla fine della “accoglienza freddo”». Le loro generalità, viene specificato anche a garanzia dei residenti della zona vicino alla stazione, «verranno comunicate sia alla questura sia ai servizi sociali comunali di competenza, oltre che al centro di ascolto della Caritas diocesana».
La struttura in viale Bandiera
La comunità dei sacerdoti oblati diocesani ha vissuto fino a un paio di anni fa in questa casa, nata oltre 90 anni fa per accogliere un gruppo di preti diocesani che facevano voto di particolare fedeltà e obbedienza a vescovo e diocesi, scegliendo la vita comune. Fu il vescovo Longhin a volere la nascita di questa comunità di preti diocesani.
Nel tempo, essi hanno avuto molti incarichi e responsabilità: dalle missioni al popolo, con la predicazione in tutto il territorio diocesano, all’assistenza spirituale ai laici delle associazioni, dalla direzione spirituale di persone, in particolare in seminario e al collegio Pio X, tra gli studenti, gli operai, le religiose, alla guida di parrocchie in momenti di passaggio, alla responsabilità in uffici e servizi diocesani.
Tra loro, gli ultimi sacerdoti della comunità: monsignor Giovanni Bordin, don Ernesto Soligo, monsignor Luigi Gemin, monsignor Canuto Toso e monsignor Lino Cusinato, tutti scomparsi negli ultimi 15 anni. Ultimo esponente della comunità, oggi, monsignor Severo Dalle Fratte, 95 anni, ospite della casa del clero. La casa stessa e la chiesa, dedicata a San Liberale, sono diventate negli anni una piccola oasi di spiritualità per molte persone e luogo di celebrazione festiva per la comunità cattolica srilankese.
Lunedì nuovo presidio in prefettura
Anche lunedì 3 novembre intanto un presidio di stranieri di origine pakistana davanti alle porte della prefettura.
Una situazione che ritorna ciclicamente e ha portato nelle ultime settimane anche all’intervento polemico del centro sociale Django che aveva denunciato la difficoltà di dare un tetto a queste persone di fatto esclude dall’ospitalità.
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